Anche se la questione caro biglietti, per e dalla Sicilia, non è ancora stata risolta definitivamente ma ha registrato i consueti proclami in occasione delle festività natalizie, la problematica trasporti aeri continua ad alimentare un altro dibattito, quello legato alla privatizzazione degli scali e ai relativi affari. La cessione ai privati, degli aeroporti, preoccupa anche […]
Privatizzazione aeroporti e “fusione” Punta Raisi-Birgi. Interrogazione all’ARS da parte del Partito Democratico
Anche se la questione caro biglietti, per e dalla Sicilia, non è ancora stata risolta definitivamente ma ha registrato i consueti proclami in occasione delle festività natalizie, la problematica trasporti aeri continua ad alimentare un altro dibattito, quello legato alla privatizzazione degli scali e ai relativi affari. La cessione ai privati, degli aeroporti, preoccupa anche se si registrano dei timidi tentativi per spacciare questo passaggio come un modo per agevolare il miglioramento dei servizi e l’aumento dei voli.
A tal proposito, con riferimento alle strutture di Palermo e Trapani, il Partito Democratico intende vederci chiaro. Per questo hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Regione, Renato Schifani, e agli assessori alle Infrastrutture e al Turismo. In modo specifico di dem chiedono chiarimenti sulla necessità di un accordo di sviluppo integrato tra il Vincenzo Florio di Birgi e il Falcone-Borsellino di Punta Raisi. «Di base – hanno dichiarato il deputati a sala d’Ercole del PD, il nostro partito ha espresso parere favorevole circa l’accorpamento in sinergia di questi due scali aeroportuali ma questa eventualità non può non passare dalla garanzia, da parte della Regione, che su Airgest di cui è socio quasi unico ha investito parecchi milioni di euro, di un percorso anche economico che miri a rendere proficui i due aeroporti anche attraverso un rinforzo della mobilità su gomma, possibilmente andando verso la liberalizzazione del servizio di trasporto extraurbano, o su rotaia che li renda pienamente operativi in maniera complementare».
La scia tracciata per la gestione futura dell’aerostazione di Catania non convince soprattutto per Trapani. In questo caso, infatti, si tratta di una struttura che «costituisce uno snodo alternativo – proseguono – al transito verso la Sicilia occidentale e a quello in transito dal bacino nord-africano verso il nord Europa, garantendo in tal senso quella competitività strutturale necessaria ad una realtà territoriale che diventa sempre più strategica all’interno del bacino del Mediterraneo».
Si teme lo svuotamento del Vincenzo Florio relegando lo scalo trapanese a semplice supporto di quello palermitano e compromettendone, così, la propria autonomia di esercizio e la conseguente frenata al processo di crescita economica, sociale e turistica del territorio. Sotto la lente pure l’aeroporto di Comiso, considerato l’equivalente nella Sicilia orientale e per il quale il Partito Democratico intende sapere quali «misure il Governo regionale vuole porre in essere per il rilancio».