Da una rimodulazione del Patto per il Sud, arrivano 750mila euro per la messa in sicurezza del cantiere nel campo sportivo ex Feudo e San Focà e dell'ex cantiere Thapsos a Priolo. «Escluso il progetto più urgente della penisola Magnisi», spiegano da Legambiente
Priolo, risorse per bonificare siti con polvere di pirite «Un piccolo passo per tamponare emergenza cronica»
Settecentocinquanta mila euro destinati alla messa in sicurezza e allo sgombero del cantiere nel campo sportivo ex Feudo e San Focà nel Sin di Priolo Gargallo (in provincia di Siracusa) e alla messa in sicurezza dell’ex cantiere versante Thapsos. Interventi di bonifica, si legge in una nota del dipartimento regionale Acque e Rifiuti, «a mitigare gli effetti della dispersione in atmosfera delle ceneri di pirite». Esclusi dalla rimodulazione di queste risorse sono i cantieri della penisola Magnisi versante Thapsos «che però – spiega il presidente del circolo di Legambiente di Priolo Giuseppe Giaquinta – è l’area maggiormente interessata dal problema della polvere rossa, classificata come rifiuto tossico e nocivo, che da anni preoccupa i cittadini e che sarebbe l’intervento più urgente da attuare».
I soldi del Patto per il Sud da investire in questi interventi strategici di bonifiche arrivano da una rimodulazione deliberata dalla giunta regionale. I fondi in questione prima erano stati destinati (per un totale di un milione e 393mila euro) al recupero dei siti industriali e dei terreni da bonificare nella discarica di contrada Portella Arena del Comune di Messina. La richiesta della modifica «si fonda sull’esigenza di procedere con urgenza ad attuare i primi interventi di messa in sicurezza dei cantieri i cui presidi di ripiegamento si sono deteriorati», si legge della delibera di giunta.
«Già negli anni passati, alcune aree dove si trovano i cumuli di pirite sono state coperte con dei teloni – illustra Giaquinta – specie dopo che la situazione si era fatta più critica a causa del vento che aveva sollevato e fatto volare ovunque la polvere sottile e leggera». Con il passare del tempo, però, i teli si sono rotti e il problema è tornato tale e quale. «Gli interventi previsti sono un piccolo passo per tamponare una emergenza che nel territorio è oramai cronica, ma bisognerebbe risolvere la questione alla base – commenta il presidente di Legambiente – togliendo dalla zona quei grandi cumuli di pirite ammassati». La discarica con la cenere rossa si trova sull’istmo confinante con il sito archeologico di Thapsos, uno dei più importanti siti protostorici siciliani dell’età del bronzo.
In particolare, nell’elenco degli interventi, i fondi rimodulati sono stati divisi su due progetti: 50mila euro vanno per il recupero dei siti industriali e per gli interventi di bonifica da realizzare nel cantiere del campo sportivo ex Feudo nel Sin di Priolo. Altri 700mila euro sono destinati invece alla messa in sicurezza dell’ex cantiere versante Thapsos con un progetto di recupero e bonifica suddiviso in due fasi (rispettivamente la prima di 50mila euro e la seconda di 650mila euro). I 633mila euro rimanenti costituiranno «economie del Patto che verranno destinate a ulteriori interventi», come si legge nel documento della Regione. In un primo momento, della stessa modifica proposta dal dipartimento regionale avrebbe dovuto fare parte anche l’appalto di servizi di architettura e ingegneria finalizzato alla progettazione della messa in sicurezza dei cantieri della penisola Magnisi versante Thapsos. Questo progetto, però, non può essere finanziato con le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014/2020 perché non rientra nelle finalità previste.