Dopo la notizia di alcuni movimenti sospetti durante il voto per indicare il segretario nazionale, i principali esponenti del partito commentano quanto accaduto, e non mancano le accuse reciproche. L'area Cgil parla di «infiltrati anche di destra», mentre la deputata accusa di volere «sporcare un momento di democrazia»
Primarie Pd, polemiche dopo le presunte anomalie Cgil: «Truppe cammellate», Sudano: «Solo attacchi»
Qualche movimento imprevisto, dei possibili episodi spiacevoli, ma in generale nulla di preoccupante in «una bella giornata di democrazia». È questa la fotografia che il segretario provinciale del Partito democratico Enzo Napoli sente di restituire nei giorni successivi alle primarie che, domenica, hanno portato circa 27mila elettori ai gazebo in tutto il territorio etneo. Un momento che, come raccontato da MeridioNews, ha registrato un record di affluenza in alcune zone di Catania come il corso Indipendenza e Librino. All’istituto Gemmellaro c’è stato chi ha dichiarato di avere ricevuto i due euro necessari per votare, mentre in piazza Stesicoro un rappresentante della mozione Renzi, Giuseppe Gelsomino, è stato visto mentre dava alcune monete a due cittadini. Anche se, quest’ultimo, ha precisato di aver soltanto «scambiato i soldi» a chi ne aveva fatto richiesta.
«Quando votano tutte queste persone – spiega Napoli a MeridioNews – è possibile che si verifichino singoli episodi spiacevoli di cui, tuttavia, noi non abbiamo notizia a livello ufficiale». «Abbiamo più volte raccomandato ai presidenti dei seggi e agli scrutatori di segnalare anomalie, o la presenza di gente che potesse in qualche modo condizionare il voto – aggiunge il segretario – ma con questa partecipazione così importante qualcosa può succedere». Alcuni fatti anomali sarebbero stati messi nero su bianco dal presidente del circolo di Librino Bruno Medeot ma tuttavia, nelle parole del dirigente, eventuali storture non sono sufficienti per adombrare quello che lui definisce un «successo di popolo». «È possibile che qualcuno abbia anticipato o scambiato soldi, ma il controllo è stato fitto. C’erano 60 presidenti e 120 scrutatori, più tutti i militanti e gli iscritti che hanno potuto vigilare sulla regolarità delle operazioni». Questi ultimi, come specifica infine Napoli, in caso si fossero accorti di qualcuno, sarebbero potuti intervenire «allontanando chiunque avesse intenzione di condizionare il voto».
A dirsi «molto amareggiata» per il dibattito che è seguito alla pubblicazione dei fatti in questione, e alle polemiche sul boom di affluenza, è invece Valeria Sudano, lady di ferro dell’area ex Articolo 4 che guida insieme al deputato regionale Luca Sammartino. «C’è chi ha cercato di sporcare un’elezione che non meritava di essere rappresentata in questo modo – dichiara Sudano a MeridioNews – Il tutto fatto per fomentare il pensiero che noi rappresentiamo la vecchia politica. Non è così, noi lavoriamo sempre tutto il giorno, siamo presenti sul territorio, nei quartieri, e quando possiamo aiutiamo senza chiedere nulla in cambio». «Io non credo siano successi episodi del genere – chiarisce la deputata parlando dei fatti di corso Indipendenza e di Librino raccontati dal nostro giornale – se così fosse stato, qualcuno se ne sarebbe dovuto accorgere e avrebbe dovuto denunciare il tutto ai carabinieri. Fare però di tutta l’erba un fascio fa male a tutta la politica, a prescindere dalle aree». L’esponente democratica spiega infine l’incremento inaspettato di partecipazione, come un fisiologico risultato del «confluire di Articolo 4 all’interno del Pd». «Tutto il nostro mondo ha riconosciuto che unirci al Partito democratico era la mossa giusta – conclude Sudano – Ed è chiaro che in questi mesi abbiamo fatto riunioni e momenti di incontro in cui abbiamo spiegato l’importanza di una vittoria di Matteo Renzi alle primarie della segreteria nazionale, soprattutto dopo la sconfitta rappresentata dal referendum costituzionale».
Molto più dura è, invece, l’area della Cgil catanese, rappresentata dall’ex assessore Angelo Villari, dalla deputata regionale Concetta Raia e dalla parlamentare Luisa Albanella. Dopo aver riconosciuto il successo dei rivali renziani, contro il loro candidato Andrea Orlando, il gruppo punta il dito contro le «truppe cammellate ingaggiate per facilitare scalate personali» e invita a ripensare le regole di organizzazione delle primarie. Contattata da MeridioNews Albanella dichiara inoltre di avere notato la presenza di votanti non appartenenti al Partito democratico, fare la fila insieme ai militanti. «C’erano tante persone che non erano del nostro mondo – spiega la parlamentare – Girando per i circoli abbiamo notato, senza ombra di dubbio, gente proveniente da diverse culture politiche, anche di destra. Li ho visti in alcuni seggi come quello di corso Indipendenza, ma anche a Mascalucia, a Tremestieri Etneo e a Gravina, in diversi circoli. Faremo una riunione specifica per fare il punto della situazione»
Anche Giuseppe Caudo, rappresentante della mozione di Michele Emiliano, parla di «evidenti forzature». «È chiaro che alcuni erano in fila perché qualcuno aveva chiesto loro di farlo. Ma ho visto anche gente ferma agli angoli, accanto alle edicole, vicino ai gazebo – accusa Caudo – C’è un dato. In Italia il 30 per cento in meno ha votato alle primarie, contro il 40 per cento in più a Catania. Non mi sembra che qui ci siamo un partito in grande stato di salute, ognuno quindi interpreti questi numeri come vuole». «L’area renziana era molto forte tra Valeria Sudano, Luca Sammartino, Anthony Barbagallo, Enzo Bianco e Nicola D’Agostino. Hanno circa il 75 per cento degli amministratori del Pd. Tuttavia non sono riusciti ad arrivare oltre il 60 per cento. Questo – conclude – è il vero dato politico».