Organizzata su quattro livelli, con un parcheggio sotterraneo da seimila metri quadrati e una terrazza panoramica per non perdere mai di vista il mare. Sono solo alcuni dei dettagli del nuovo volto della cittadella giudiziaria di Catania. L’opera che prenderà il posto dell’ex palazzo delle poste di piazzale Asia, lungo viale Africa, ormai abbattuto per il 95 per cento. A essere ultimato adesso è il concorso di idee progettuali per la realizzazione del nuovo edificio. Il punto su demolizione e ricostruzione è stato affrontato dal presidente della Regione Nello Musumeci durante un appuntamento ufficiale a cui hanno preso parte il sindaco di Catania Salvo Pogliese, l’assessore regionale alle Infrstrutture Marco Falcone e l’ex presidente della corte d’Appello del distretto etneo Giuseppe Meliadò.
I progetti arrivati sul tavolo della commissione regionale esaminatrice sono stati 85 con una prima scrematura che ha lasciato in corsa cinque proposte. A prevalere alla fine è stato un raggruppamento, con in testa lo studio di architettura Modostudio con sede a Roma, in cui rientra anche quello catanese Stancanelli-Russo associati. «Entro novembre 2020 ci sarà il progetto esecutivo – spiega l’assessore Falcone – poi sarà la volta della gara, tra marzo e aprile 2021. Entro l’estate prossima procederemo all’aggiudicazione e poi, ultimo passaggio, la fine dell’opera che contiamo di inaugurare nel 2023». In sala tra i presenti anche Giovanni Pistorio, ex senatore autonomista e braccio destro di Raffaele Lombardo con un passato da vertice delle Infrastrutture in Sicilia con il governo di Rosario Crocetta. Prima di cominciare c’è stato un fitto scambio di battute tra lo stesso Pistorio e il governatore Musumeci. Poco dopo, il ringraziamento davanti la platea: «L’assessore Falcone ha fatto da sentinella per accelerare una procedura avviata nel 2016 con il protocollo d’intesa con il ministero di Giustizia firmato da Pistorio».
Uno dei passaggi maggiormente rimarcati durante la presentazione è quello dell’affaccio sul mare, impossibile da vedere con la precedente struttura, realizzata negli anni ’80 dalle ditte dell’imprenditore Francesco Finocchiaro. Nel nuovo progetto la terrazza panoramica è prevista al livello numero 2. «Il nostro obiettivo era non mettere una barriera», spiega Musumeci. Quando la struttura verrà completata, secondo il modello di riorganizzazione degli uffici giudiziari, nella nuova cittadella verrà concentrato tutto il settore Civile del Lavoro, insieme agli uffici del giudice di Pace e quelli della polizia giudiziaria. Il tribunale di piazza Giovanni Verga continuerà a svolgere la sua funzione per l’area penale. «A Catania la giustizia è dispersa in 21 immobili e spendendo milioni di euro – spiega Meliadò, da giugno nominato dal plenum del Csm presidente della corte d’Appello di Roma – Una situazione intollerabile. Si è deciso di rischiare con l’innovazione sfidando la rassegnazione». Parole che si riferiscono al piano iniziale che non prevedeva l’abbattimento della vecchia struttura ma il suo recupero. «Poi ci siamo resi conto che costava di più», puntualizza il governatore Musumeci.
Insieme alla nuova cittadella giudiziaria dovrebbero essere realizzati una serie di interventi. Uno di questi, costo 11 milioni di euro, prevede il ripristino della sede stradale che da piazza Giovanni XXIII (stazione centrale) conduce fino a Ognina. La presentazione della nuova infrastruttura è lo spunto per il governo Musumeci per fare il punto anche su altre opere, tutte all’insegna del concorso di idee. Dall’ospedale di Siracusa fino al nuovo polo museale che dovrebbe sorgere nei locali un tempo occupati dall’ospedale Vittorio Emanuele. Mentre le ruspe lavoravano per la demolizione, a sollevare qualche dubbio su alcuni aspetti dell’operazione è stato il Movimento 5 stelle. In particolare sulla cessione dell’immobile da parte del Comune.
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