Premio Migrarti, valorizzare il dialogo tra le culture  «Smettere di avere paura grazie alla conoscenza»

Un riconoscimento teso a valorizzare le pluralità e il dialogo tra culture diverse. Il premio Migrarti Spettacolo 2018 punta a coinvolgere le comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia e soprattutto i giovani di seconda generazione. Si svolge a Palermo dal 23 al 25 novembre, e sarà premiato uno dei cinque progetti, provenienti da tutto il Paese, di teatro, danza e musica.

«Non vi era posto migliore come il cuore di Ballarò, Santa Chiara, che dagli anni Ottanta rappresenta una presenza profetica per la cultura dell’accoglienza nella nostra città – afferma il sindaco di Palermo Leoluca Orlando  – e che oggi è diventata cultura diffusa, per presentare un premio nazionale che si deve all’impegno al ministero dei Beni Culturali e della città di Palermo. Ricorda, a chi non ne fosse ancora a conoscenza, lo straordinario valore culturale che ha la mobilità umana internazionale: persone che esercitano il diritto inalienabile di scegliere dove vivere». Il primo cittadino poi aggiunge: «Il 31 dicembre finalmente ci libereremo di Palermo Capitale della Cultura, che a noi viene stretta: capitale è molto provinciale e cultura è molto riduttivo. Il Capodanno sarà dedicato a Palermo non capitale ma città, non cultura ma culture».

I progetti sono Maqeda (Bologna),Dimmi Ep extended Play (Arezzo), Discrimigrazioni( San Casciano Val di Pesa), Il Sigillo (Pisa) e Amunì 2.0- Volver (Palermo). «La conoscenza scaccia la paura – dice Don Enzo Volpe – siamo contenti di ospitare a casa Santa Chiara una delle sezioni più significative del Premio MigrArti, quando abbiamo saputo che avevate scelto questo posto, ho ripensato a chi nei decenni precedenti, ha trasformato questo posto in un accoglienza internazionale. La paura crea dei muri, pensiamo di essere eterni ma la storia ci insegna che anche le civiltà millenarie sono finite. Quello che veramente dura per sempre è la dimensione umana».

Poi è stata la volta di un membro della giuria, Paolo Masini: «È un’opportunità che il ministero ha voluto dare per far conoscere i nuovi italiani.  Crediamo fermamente che attraverso la conoscenza non si possa avere paura dell’altro, soprattutto ai ragazzi di seconda generazione, facendo nascere registi attori, sceneggiatori. Alla fine di questi percorsi diamo un premio particolare che vedrete domenica. Da concorso è diventato un vero premio fatto con i legni di Lampedusa, un modo per far ragionare con una sensibilità particolare in merito progetti che proponiamo».

Questa edizione racconta quindi l’arte di migrare. Aspettando il Premio Migrarti, sezione che ha anticipato il riconoscimento, ha coinvolto alcune scuole della città per sensibilizzare sul tema delle migrazioni con incontri, laboratori, spettacoli e proiezioni video.  «Se guardiamo alla psicologia, la crescita dell’identità è risultato della conoscenza dell’alterità attraverso l’empatia – conclude l’assessore comunale alla Cultura Andrea Cusumano -.L’identità è una forma di conoscenza, gli incontri e gli scontri tra le culture hanno prodotto anche tanta violenza ma l’itinerario arabo normanno ci racconta che può essere esempio di bellezza, sintesi tra le diversità necessarie, ed è fondamentale partire dai bambini».


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