Precari, una rappresentante invisibile

Braccio di ferro su chi dovrà rappresentare i precari nella commissione che il Senato Accademico ha istituito per discutere le proposte contenute nel documento “Salviamo la ricerca”. Il coordinamento dei precari, infatti, contesta il fatto che i suoi rappresentanti, anziché essere espressi dalla base, siano stati nominati dall’alto. E alcuni giorni fa ha designato i suoi delegati: accanto a Salvo Garozzo (il cui nome era già stato indicato direttamente dal Rettore) è stata votata all’unanimità Chiara Rizzica, ricercatrice della Facoltà di Architettura.

È su questo punto, però, che non si è trovato l’accordo. Infatti, alla prima riunione della commissione, il presidente della stessa (il professor Bonomo, ordinario di Chimica) ha ribadito che, oltre a Garozzo, della commissione farà parte il dottor Arturo Buscarino, assegnista della scuola Superiore. Un nome, questo, che non è stato scelto dai precari e nel quale il coordinamento di conseguenza non si riconosce. Era stato lo stesso Garozzo a chiedere alla commissione di intervenire presso il Senato Accademico, proprio per far spazio alla rappresentante indicata dai precari stessi. Ma la risposta è stata negativa. La dottoressa Rizzica ha potuto prendere parte alla riunione soltanto in via informale, in qualità di “uditore”.

Nel corso della riunione sono stati meglio definiti i compiti della commissione. Questa dovrà realizzare un censimento dei precari, che sarà condotto attraverso i dipartimenti: ai direttori di dipartimento sarà inviata una scheda che i precari dovranno compilare; i dati così raccolti saranno poi sintetizzati in un documento da presentare al Senato Accademico. Il censimento non riguarderà né i ricercatori precari che nel 2008 hanno lavorato per gli enti di ricerca (che non sono considerati appartenenti all’Ateneo) né i dottorandi (che sono considerati “studenti di terzo livello”). Si sta ora mettendo a punto la scheda per il censimento.

Gia all’indomani dell’istituzione della commissione, i precari si erano detti soddisfatti a metà. Soddisfatti per l’apertura nei confronti della loro piattaforma programmatica. Ma anche perplessi, perché «non va bene che ci sia, da parte del massimo responsabile dell’Ateneo, il principio di autorità per poter selezionare i propri interlocutori». Dopo la prima riunione, a quanto sembra, le perplessità restano molto forti.


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