Il progetto riguardava la realizzazione di un impianto di distributore di carburante. La denuncia è arrivata per alcuni imprenditori che avrebbero creato società ad hoc per fare da intermediarie con i fornitori, per poi certificare una cessione all'impresa a costi maggiorati. La Procura ha disposto un sequestro preventivo dei beni
Pozzallo, truffa ai fondi Ue da 400mila euro Fatture false per giustificare spese maggiori
Fattue false per accaparrarsi i fondi europei, compiendo una truffa da 400mila euro. Protagonista un’impresa che opera all’intero del porto di Pozzallo, che aveva messo gli occhi su un finanziamento legato al Fondo europeo per la pesca. Il progetto prevedeva la realizzazione di un impianto di erogazione di carburante, per servire le barche in sosta nel porto del centro ibleo. Vittima del raggiro la Regione, a cui venivano inviate certificazioni per spese non sostenute o comunque maggiorate.
Le fatture erano emesse da società ad hoc. «Denominate in gergo cartiere, perché prive di patrimonio e create con l’unico obiettivo di ricevere ed emettere fatture false – scrivono le Fiamme Gialle – le società fatturavano la merce indicando importi maggiorati nei confronti della società beneficiaria, al solo scopo di farle creare costi compatibili con il credito pubblico ottenuto». I prodotti acquistati dalle aziende fornitrici venivano poi girati all’impresa indagata, con il vantaggio di percepire più soldi di quelli realmente spesi per la costruzione dell’impianto.
In seguito agli accertamenti è stato disposto un sequestro di beni preventivo. Tra essi il distributore di carburante, un molo galleggiante lungo 50 metri e il denaro depositato sui conti correnti riconducibili agli imprenditori coinvolti. Questi ultimi sono stati denunciati con l’accusa di truffa aggravata, evasione fiscale e riciclaggio.