Il gestore del caffè letterario Rino Giuffrida, Enzo Inì, ha contribuito all'arricchimento della flora del parco comunale. «Per renderla più accogliente», aveva annunciato. Qualcuno però ha rovinato parte del lavoro. Sul web c'è chi ha reagito con rabbia. «Il giustizialismo molto spesso è ipocrita», commenta
Pozzallo, danneggiate le piante della villa comunale Volontario: «Non serve condanna, ma buon esempio»
«Vogliamo dare colore alla villa, renderla più accogliente». È stato con queste parole che pochi giorni fa Enzo Inì, gestore a Pozzallo del caffè letterario Rino Giuffrida, aveva annunciato la decisione di contribuire all’arricchimento della flora del parco comunale. Un’opera resa possibile dalla sinergia con l’associazione Villani, che gestisce il sito, e la raccolta fondi fatta negli scorsi mesi attraverso iniziative e cene sociali. Alla fine sono state una sessantina le piante ornamentali e gli alberi che hanno trovato posto nella villa.
La generosità dei volontari, tuttavia, si è scontrata con il gesto di inciviltà di qualcuno che ha danneggiato le piante, comprese quelle di una vasca, che dopo essere stata ripulita, aveva accolto dei papiri. L’atto vandalico ha suscitato la dura reazione dell’associazione. «Non meritate nulla, lascio», ha scritto uno dei responsabili su Facebook. Il post ha ricevuto diversi commenti, con molti a invocare gesti forti e punizioni esemplari.
A non pensarla così però è proprio Inì, che sempre dal noto social ha preso le distanze. «Vedo molta rabbia nei commenti dei pozzallesi, tutti giustizieri, tutti moralisti – scrive il gestore del caffè letterario -. Stiamo parlando di un atto che non cambia la vita di nessuno, per questo perderò solo dieci minuti del mio tempo e se succede di nuovo non credo di scandalizzarmi più di tanto. Voglio farvi una domanda: quanti di voi buttano sigarette a terra? Oppure chi non fa la raccolta differenziata? Invito tutti a fare due chiacchiere con la propria coscienza e riflettere prima di condannare il gesto di un ragazzino che ha l’unica colpa di essere circondato da noi adulti che non ascoltiamo e condanniamo sempre e comunque».
A MeridioNews, Inì spiega come in un contesto come Pozzallo la risposta migliore in questi casi deve passare per il confronto e l’inclusione. «Altrimenti questi ragazzi saranno ancora più arrabbiati – commenta -. Credo che in questo giustizialismo ci sia soltanto tanta ipocrisia, perché a compiere questi gesti sono i figli dei pozzallesi». L’invito quindi è quello di cercare il cambiamento, partendo da se stessi. «La mia esperienza con i ragazzi mi ha dimostrato che proprio quelli più maleducati e ribelli oggi sono quelli che hanno dimostrato di essere i migliori solo perché qualcuno gli ha mostrato una strada migliore», conclude.