Completati i lavori di riqualificazione dei serbatoi al porto di Catania. Nove disegni su strutture che non a tutti piacciono. «Granai da buttare giù, stanno in piedi per interesse», denuncia il comitato Porto del sole. L'autorità portuale non commenta. «Dichiarazioni paradossali», rispondono i promotori del progetto
Porto, opere sui silos pronte all’inaugurazione Comitato civico: «Chiederemo l’abbattimento»
«Dovrebbero essere buttati giù». Non a tutti piacciono i silos – ora ricoperti di manifestazioni artistiche – che si trovano al porto di Catania. Otto diverse opere di urban art sono state dipinte sulle altrettante strutture che guardano la città. Un altro disegno – il più grande mai realizzato in Europa, per superficie occupata – ricopre tutti e otto i serbatoi che sono invece rivolti verso il mare. Iniziati a luglio, si sono conclusi nei primi giorni di dicembre i lavori di riqualificazione degli alti granai, ormai vuoti e arrugginiti, che svettano dalla banchina del porto di Catania. A occuparsi del progetto – promosso dal Comune etneo, insieme a enti privati e pubblici sia nazionali che locali – è stata l’associazione Emergence festival. L’inaugurazione dell’intero complesso artistico, realizzato in tre fasi, si svolgerà oggi. «Sarà illuminato anche di notte – commenta il presidente dell’associazione, Giuseppe Stagnitta – È tra le opere di pittura più grandi del mondo». Ma i pareri riguardo alla riqualificazione dei serbatoi del porto non vanno sempre nella stessa direzione.
«La pittura dei silos è un modo per nascondere ai cittadini che queste strutture restano in piedi solo per interesse», sostiene Marcello Di Luise, del comitato Porto del Sole. I granai servivano in passato come rifornimento per panifici e pastifici della zona. «Adesso sono vuoti, non servono più, ma fanno cubatura – sostiene Di Luise – In futuro, se il terreno dovesse cambiare destinazione d’uso, a prendere il loro posto potrebbero essere strutture turistiche». Il comitato, attivo da anni nella zona del porto, chiede «che il fronte mare sia restituito alla città, intatto, senza più silos. È questa la sola opera di riqualificazione che andrebbe fatta». L’intenzione degli attivisti è avanzare la proposta di abbattimento dei serbatoi, «ma solo dopo che la procura si sarà occupata di altri problemi, ben più gravi, che riguardano lo scalo navale. Come l’inchiesta sulla nuova darsena».
In merito alla possibilità che la zona dove oggi sorgono i silos cambi destinazione d’uso, però, l’autorità portuale non si esprime. «Non ho nulla da rispondere alle affermazioni di questo comitato», dice a MeridioNews il commissario straordinario Cosimo Indaco. Il direttore artistico di Emergence festival, Giuseppe Stagnitta, sorride e poi commenta la proposta del comitato come «paradossale». «Quei serbatoi non possono essere abbattuti – spiega – Riqualificandoli, abbiamo migliorato l’impatto visivo sul territorio. Prima dei nostri interventi, i silos avevano la sola funzione commerciale. Adesso, grazie all’arte, porteranno nel mondo l’immagine di Catania». Il complesso artistico sarà inaugurato oggi e in contemporanea, a Palazzo dell cultura, sarà aperta una mostra sulla urban art mondiale.
A prendere in mano gli attrezzi per dipingere, prima di tutti, sono stati gli artisti ucraini ai quali è stata affidata la superficie del primi sette silos fronte città. Poi è toccato al portoghese Vhils, ritenuto il numero uno al mondo della urban art, intervenire sugli otto silos che si affacciano sul mare. Ha disegnato il volto di un contadino siciliano – fotografato durante una sua vacanza in Sicilia – che guarda l’orizzonte. I lavori, sospesi per un’allerta meteo, sono ripresi a dicembre insieme all’avvio del cantiere per l’ottavo e ultimo silos interessato dal progetto. Mentre Vhils completava il suo contadino – aggiungendo del colore al bozzetto prima previsto in bianco e nero -, all’interno di un cestello, a 20 metri di altezza, Luca Maleonte lavorava alla riproduzione di un disegno ispirato alla leggenda del Castagno dei Cavalli. L’albero che si trova a Sant’Alfio, Comune dell’Etna del quale è pure il simbolo. Tutt’e nove le opere hanno seguito il tema del Folklore siciliano, voluto dall’assessorato alla Cultura etneo.