Si chiama Miracle (Miracolo), pesa quasi tre chili e sta bene. Così come la mamma che, agli operatori di Medici senza frontiere che hanno assistito al parto, ha raccontato la propria storia. Violenze, minacce ed estorsioni, fino alla fuga e alla traversata del Mediterraneo che l'ha portata nel capoluogo etneo
Porto: arrivata la nave Aquarius con 70 migranti A bordo bimbo nato ieri, madre scappata da Libia
Settanta migranti più uno nato ieri sono arrivati questa mattina al porto di Catania a bordo della nave Aquarius, l’imbarcazione di ricerca e soccorso gestita in partnership da Medici Senza frontiere (Msf) e Sos Mediterranée. Il bambino, nato alle 15.45 in acque internazionali si chiama Miracle, che in italiano significa Miracolo. «Pesa quasi tre chili e sta bene», ha riferito l’ostetrica di Msf, Amoin Soulemane, che ha assistito al parto. La madre, lo scorso giovedì è stata soccorsa da una nave della marina militare italiana e, in seguito, trasferita a bordo dell’Aquarius.
È stata la stessa donna a raccontare all’équipe di Msf di aver trascorso un anno in Libia dove sarebbe stata tenuta prigioniera e picchiata. Per tutto il periodo la donna ha detto di aver ricevuto pochissimo da mangiare e di aver subito estorsioni per ottenere soldi per il rilascio. Il racconto è proseguito con la fuga fatta, all’inizio di quest’anno, insieme al suo compagno e a centinaia di altre persone. Fino alla traversata del Mediterraneo, affrontata lo scorso giovedì.
In realtà, la donna ha riferito a una infermiera di Medici senza frontiere che la barca sarebbe partita mercoledì ma, dopo pochi minuti, sarebbe tornata a riva a causa di un guasto al motore. A quel punto, stando alla testimonianza della donna, i trafficanti li avrebbero costretti a nascondersi in spiaggia per circa 24 ore senza cibo né acqua, fino al momento della partenza avvenuta l’indomani.