Magari non si farà mai, ma riesce sempre a dominare l’attualità politica. Dopo le dichiarazioni pubbliche del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e la risposta del Movimento 5 stelle con un esposto sui presunti condizionamenti registrati alla Borsa di Milano, l’ipotesi ponte sullo Stretto arriva anche alla Camera. A portarlo in aula è stato il gruppo di parlamentari di Sinistra italiana-Sel che, durante il question time di questo pomeriggio, ha chiesto chiarimenti al governo. Al centro dell’attenzione due aspetti: le penali che lo Stato rischierebbe di pagare al consorzio di imprese Eurolink, che nel 2005 si aggiudicò la gara per la realizzazione dell’infrastruttura, e l’ipotesi di introdurre nella prossima legge di bilancio una norma che prevede lo stanziamento di due miliardi per rilanciare il progetto.
«Si ritiene inammissibile che il presidente del Consiglio, dopo il disastro alluvionale di Genova, il disastro ferroviario in Puglia e il drammatico sisma dello scorso 24 agosto, rilanci la realizzazione per meri scopi pre-elettorali di un’opera assurda come il ponte», si legge nel testo dell’interrogazione. A rispondere è stato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. «Non ci sentiamo di umiliare nessuna regione – ha detto in riferimento alle parole pronunciate dalla deputata calabrese Celeste Costantino -. La discussione sul ponte non è sbagliata. La domanda che si devono porre gli italiani non è se il Ponte sullo Stretto si farà o meno, ma se ci sarà o meno l’alta velocità, e se anche il Sud ha diritto di essere collegato come il Nord. L’alta velocità – ha sottolineato Delrio – porta sviluppo, economia, posti di lavoro».
Risposta ritenuta non sufficiente dal deputato Erasmo Palazzotto: «È evidente che non ha risposto alla domanda. Ci sono o no i due miliardi? Non ci ha detto l’esatto ammontare delle penali», ha attaccato il parlamentare. Che poi ha invitato coloro che stavano seguendo da casa l’interrogazione a fare una ricerca sul web. «Andate sul sito di Trenitalia e vedete quanto si impiega per arrivare da Trapani a Siracusa». Palazzotto ha poi ricordato le carenze infrastrutturali dell’Isola. «In Sicilia non abbiamo una rete autostradale, ma una rete stradale da Terzo mondo. Eppure la passione della classe dirigente di questo paese è tutta su questo dannato ponte sullo Stretto, su questi sei miliardi di affari che non servono a niente. Né al Paese, né alla Sicilia, né alla Calabria». Infine, un riferimento ai rischi legati al rischio sismico dell’area in cui dovrebbe sorgere il ponte. «La protezione civile ha calcolato che in caso di terremoto a Messina ci sarebbero 101 mila morti», ha concluso il deputato.
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