Ponte Corleone, Arcuri risponde in Consiglio «Già fatti interventi tampone, non c’è pericolo»

«Per intervenire su ponte Corleone si dovrebbe chiudere e non è possibile farlo senza che prima non siano costruite le due bretelle laterali». Emilio Arcuri, assessore alle Infrastrutture, risponde di fronte al Consiglio sullo stato dell’arte dei lavori sul ponte di viale Regione siciliana, ormai logorato. Una risposta che però non convince l’opposizione, che proprio ieri aveva chiesto la convocazione urgente dell’assessore con un documento a firma di tutte le forze di minoranza. La seduta è iniziata con un’ora di ritardo, tra le polemiche per la mancanza dei funzionari degli uffici, anche loro convocati. 

«Mi assumo personalmente la responsabilità dei ritardi che dipendono dall’amministrazione – dice Arcuri – Ma questi riguardano, come riporta anche il sito del ministero, solo tre opere» e tra queste non c’è il ponte Corleone. «Il vero problema sono le gare pubbliche – continua l’ex vicesindaco – I tempi di gara sono insopportabilmente lunghi e il 70 per cento delle gare finiscono in un contenzioso non si conclude mai prima di due anni». E riguardo al ponte: «Interventi di manutenzione straordinaria sono già stati fatti, non solo da questa amministrazione. Bisogna misurarsi col tema della manutenzione e tutti gli accordi quadro sono figli di questa realtà: gli ultimi interventi sono stati interventi parziali e le perizie che abbiamo ricevuto dopo questi non ci hanno messo in guardia di nessun pericolo imminente. I ponti vengono tutti monitorati». 

«ll ponte Corleone ha bisogno di una manutenzione tale che si dovrebbe chiudere – aggiunge ancora Arcuri – E una strada importane anche dal punto di vista della protezione civile si chiude se non ci sono le condizioni di sicurezza. Questa manutenzione straordinaria spinta, va fatta e già alcuni interventi, che non sono certo risolutori della grande malattia, ma che comunque un po’ tamponano la situazione, sono stati fatti. Dobbiamo potenziare la segnaletica e le misure sanzionatorie vanno incrementate». L’assessore però non rassicura il Consiglio sui tempi d’opera, imputando la responsabilità a un contenzioso che dura dal 2009 con la ditta che ha preso l’appalto, la Cariboni, che si dovrebbe occupare anche di altri due grandi appalti: il cantiere di via Perpignano, che non è mai partito e il collettore sud orientale. «Siccome i costi nel frattempo sono lievitati, abbiamo fatto un tentativo di recuperare le somme con il ministero delle infrastrutture mettendo in secondo piano la realizzazione di via Perpignano chiedendo di spostare tutte le risorse sulle bretelle di ponte Corleone. Un tentativo andato a vuoto, ma abbiamo messo le somme all’interno del patto per lo sviluppo». 

«La responsabilità è sempre di qualcun altro – attacca Fabrizio Ferrandelli – una volta della Regione, una volta del governo nazionale, una volta del regolamento degli appalti, una volta dei dirigenti. Davanti all’impotenza che lei stesso manifesta penso si potrebbe dimettere da solo, senza il bisogno di una mozione di sfiducia. Sono lontani i tempi in cui si chiamava il Genio militare per le soluzioni di emergenza, adesso siete rinunciatari. È lei che deve dare risposte alla cittadinanza e usare tutte le risorse possibili per farlo. Parlate di questioni note senza proporre soluzioni. Anche oggi questo Consiglio comunale non otterrà la risposta che aspettava». 


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