Ponte sullo Stretto, Salvini annuncia la copertura finanziaria, ma a Roma nessuno ha neanche visto il progetto ufficiale

«Ieri abbiamo approvato in Consiglio dei ministri una legge di Bilancio, che ora passerà al vaglio del Parlamento, che copre, a 52 anni dalla fondazione per legge della società Stretto di Messina, l’intero fabbisogno economico e finanziario nel corso degli anni dall’apertura dei cantieri, nell’estate 2024, al primo treno e alla prima auto che passeranno sul ponte fra Sicilia e Calabria nel 2032». Parole piuttosto chiare quelle del ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, che annuncia ancora una volta la copertura finanziaria per il ponte sullo Stretto.

Salvini non spiega nel dettaglio – non è mai stato davvero fatto fino a ora – come si intende reperire questi fondi e soprattutto a quanto ammonta la spesa totale, ma nei piani c’è quello di inserire in Finanziaria 1,2 miliardi di euro subito, a cui si andranno ad aggiungere i fondi che il governo stanzierà anno per anno in una lunga dilazione fino ad arrivare a saldare all’incirca 12 degli oltre 14 miliardi di euro previsti per la realizzazione dell’opera, a cui si dovranno aggiungere i finanziamenti necessari per le opere di bonifica e per l’adattamento delle coste, oltre che i costi degli allacciamenti alle reti ferroviaria e autostradale, che però dovrebbero essere coperti da Rfi e Anas.

In realtà, il nodo da sciogliere, che a oggi appare quanto mai ingarbugliato, sta tutto nella chiarezza. Salvini, in collegamento streaming con un convegno sul tema I ponti e le gallerie italiane del Pnrr, organizzato dalla Scuola di ingegneria e architettura, di fronte a una platea di tecnici, ha detto che il ponte «è un’opera ingegneristicamente e architettonicamente unica nel suo genere», che si tratta di «un ponte a campata unica di tre chilometri e 300 metri», ma ancora una volta non è entrato nel dettaglio tecnico del progetto, quello che può davvero dare la proporzione della validità o meno delle previsioni governative.

E non solo non lo ha fatto a Bari, non lo avrebbe fatto neanche a Roma, in parlamento. «Noi ancora il progetto non l’abbiamo visto – dice a MeridioNews Luciano Cantone, deputato del Movimento 5 Stelle – Al di là di quello che era il progetto del 2001 del ponte di Berlusconi e della società rivitalizzata da poco tramite decreto legge, a oggi non abbiamo visto un progetto ufficiale. Questo ci fa temere che si tratti di parole, un po’ come quelle che spendono quando dicono che stanno risolvendo il problema dell’immigrazione».

«Non voglio fare quello che tifa contro – continua il deputato nazionale – Uno da siciliano spera sempre che qualcosa di buono accada. Tante risorse del Pnrr sono state tolte alla Sicilia e rimodulate, ottocento milioni, non vedo grande efficienza nel governare, soprattutto nelle infrastrutture. Non vedo perché in questo caso dovrebbe essere diverso. Oggi dal punto di vista ingegneristico si può realizzare qualsiasi cosa e il governo è nelle condizioni di farlo. Non hanno nessuno ostacolo, sono anche al governo anche nelle due regioni interessate. Quando vedremo il progetto, quando partiranno i progetti finanziati e vedremo cosa c’è scritto nel contratto del subappaltatore di Rfi, allora potremo parlare. La cosa chiara è che oggi non esiste un motivo per cui loro non possano realizzare il ponte sullo Stretto, se non riusciranno sarà solo colpa loro».


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