Politica in Tv. Lo spettacolo più divertente del mondo

Altro che “Una pallottola spuntata”, altro che “Scary Movie”, altro che “L’aereo più pazzo del mondo”. Se siete appassionati di spettacoli comici al limite del demenziale non perdetevi quanto sta accadendo nel nostro Paese nel recente dibattito relativo a “legge elettorale” e “primarie a sinistra”.

 

Il miglior modo per apprezzare questa geniale commedia dell’arte in salsa politico-grottesca altro non è che quello più semplice, anche se maggiormente vituperato: cioè lo starsene seduti per ore davanti alla televisione in stato di pre-coma lasciando che i vari Bruno Vespa, Anna La Rosa, Enrico Mentana, Giovanni Floris riducano l’encefalogramma di chiunque ad una inconfondibile linea piatta con il loro resoconto delle attuali vicende politiche, condito sempre dall’autorevole presenza di isterico-frustrati ospiti in studio.

 

Per maggior chiarezza è meglio fare un rapido riepilogo delle “puntate precedenti”.

 

Nel 1993, in piena “Tangentopoli”, viene approvata dal parlamento la legge di riforma elettorale (accompagnata anche da un referendum), che trasforma il nostro sistema elettorale, dopo quasi cinquant’anni di proporzionale a guida DC, in un maggioritario imperfetto. Si diceva allora che il pregio del maggioritario sarebbe stato quello di contribuire a spazzare via un’intera, indifendibile ed impresentabile, classe politica, di diminuire il numero dei partiti presenti nell’emiciclo parlamentare, di evitare che la politica fosse vittima del lobbismo e di dare più potere ai cittadini. Ma quello che ottenne fu semplicemente che molti dei precedenti politici di seconda fila si trovarono all’improvviso in prima posizione, che i partiti diventarono molti di più rispetto a quelli di prima, che i lobbisti si trasformarono direttamente in politici (in pratica autoreferenziandosi) e che i cittadini conservarono lo stesso potere che avevano in precedenza (forse).

 

Ulteriore premessa: in Italia oggi è impossibile parlare di politica senza tirare in ballo la figura macchiettistico-napoleonica di Silvio Berlusconi. A riguardo mi preme dire una cosa secondo me fondamentale: lo rimpiangeremo! Sì, Berlusconi. Quanto meno lo rimpiangeranno quelli come me: i cultori di satira politica. Dove lo andiamo a prendere un Primo Ministro in bandana, con il riportino, i soprattacchi, la pancera, il trapianto, il raschiaggio ed il tiraggio, convinto di vivere in eterno (grazie alle cure miracolose del nostro sindaco-guru), che da del nazista ad un parlamentare europeo tedesco, che fa le corna a un ministro spagnolo e che conclude la conferenza stampa di una riunione della FAO (organismo internazione che si occupa del problema della fame nel mondo) dicendo: “scusatemi, devo scappare perché devo andare a pranzare”. Dove lo troviamo un altro così? Quando la sua carriera politica sarà definitivamente conclusa ci sarà un suicidio in massa degli artisti della satira italiana ed internazionale. E a tutti noi rimanenti dopo eventuali cinque anni del “Secco” e del “Mortadella” (Fassino e Prodi), stramortiti dalla noia, non resterà che cullarci in un nostalgico ricordo dello spettacolo che fu.

 

Ora veniamo all’oggi. Demenziale e comico, si diceva, lo spettacolo televisivo-politico degli ultimi eventi nazionali. Come può infatti essere definita in altro modo la serata televisiva di martedì 18 ottobre?

 

Inizia Giovanni Floris sul suo “Ballarò” (Rai 3) a far sentire la registrazione audio dell’intervento parlamentare del 2001 dell’attuale Primo Ministro, al tempo ancora all’opposizione, in cui denunciava accoratamente il tentativo della sinistra al governo di cambiare la legge elettorale maggioritaria in senso proporzionale a colpi di maggioranza parlamentare. E si resta sbalorditi di come egli adesso intenda fare esattamente quello che quattro anni or sono denunciava come assolutamente sbagliato, immorale ed antidemocratico.

 

Subito dopo a “Porta a Porta” (Rai 1), per paradosso, Schifani (capogruppo di FI al Senato) rinfaccia ad Angius (suo omologo per i DS nello stesso consesso) e alla sinistra tutta di aver tentato sul finire di legislatura precedente un tipo di riforma elettorale assolutamente simile a quella attuale del centrodestra senza che la cosa creasse alcun tipo di dubbio morale in nessun deputato di quella parte politica. E come poco prima si resta ugualmente sbalorditi della finta indignazione di un centrosinistra che sulla legge elettorale aveva tentato l’esatta operazione riuscita in questi giorni al centrodestra, fallendola per strettezze temporali.

 

Che dire? Che pensare? Se pur con un encefalo ridotto ai minimi termini da anni di Clerici a pranzo, Vespa e Costanzo a cena e Marzullo a notte, allo spettatore medio qualche serie di confusi dubbi non possono non sorgere durante la visione di questo paradossale spettacolo. “Ma chi ce li ha messi questi in politica? Siamo nelle mani di nessuno! Si stava meglio quando si stava peggio! Che fine hanno fatto quei buoni comunisti e democristiani di una volta? Chi ha incastrato Roger Rabbit? Perché, a parte me, nessuno si accorge della completa mancanza di etica da parte di una intera classe politica? Chi ha inventato il sapone liquido? E perché?…….

 

E continuando: durante tutto il giorno delle primarie del centrosinistra Clemente Mastella (segretario UDEUR) lancia fuoco e fulmini su telegiornali ed agenzie di stampa riguardo ad un complotto ordito dalla sua stessa parte politica per non fargli raggiungere quella percentuale del 2% di cui è accreditato. Quando a notte qualcuno dei suoi gli fa notare che secondo le prime proiezioni a lui viene attribuito 4,6% (cioè più del doppio di quello che si aspettava come candidato alle primarie) il suo atteggiamento si trasforma improvvisamente da quello di un duro dissidente a quello di una suora canossiana. Nel salotto di Vespa di due giorni dopo a chi gli fa notare questo suo repentino cambio di opinione sulla regolarità delle primarie, Mastella praticamente non risponde ma si esibisce in un esercizio di arrampicata sugli specchi e di slalom verbale degni dei migliori Messner e Gross.

 

E ancora: durante “Ballarò” Giovanni Floris pone un quesito al segretario della Margherita, Rutelli (più che di un partito sembra il nome di una associazione internazionale di amanti della pizza) sulla fine delle ostilità tra lui e Prodi (in riferimento al rifiuto apposto da Rutelli qualche mese addietro a creare una lista unica del centrosinistra su richiesta, appunto, del “Professore”). A causa di un difetto nel collegamento, però, Rutelli risponde con un serafico “non ho sentito la domanda”. In studio scoppia una generale risata pensando ad una risposta ironica dell’ex sindaco di Roma che resta lui per primo sorpreso della reazione dello studio, salvo poi, compresa la gaffe, aggiungere che ormai con Prodi non ci sono più problemi per la lista unitaria visto il successo delle primarie e con buona pace per la coerenza politica.

 

E ancora molto si potrebbe continuare su questo sentiero se non si rischiasse di far divenire questo articolo un romanzo.

Infine: ma saranno politici o attori? Professionisti dell’amministrazione o del fregolismo? Impossibile saperlo con certezza. Con certezza so che seguirli in televisione è più divertente che andare al cinema. Provateci, non ve ne pentirete.


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