«Restare senza casa è una disgrazia, ma a Palermo è ancora più drammatico». La polemica in seno al Comune è stata lanciata da Alberto Mangano, consigliere del Mov139, che in aula ha definito «un segnale di non buona amministrazione» le somme stanziate dall’amministrazione per l’emergenza abitativa. «Ci sono famiglie – dice – che hanno ricevuto un contributo annuale di integrazione all’affitto di 2, 9 o 12 euro all’anno, una presa in giro». Ma in città quello della casa sta diventando sempre più un’emergenza sociale.
«Il nostro giudizio – dice a MeridioNews Zaher Darwish, segretario provinciale del sindacato inquilini – è totalmente negativo sull’iniziativa, sul ruolo e sulle attività del Comune in materia di casa in generale. I contributi sono totalmente insufficienti, inadeguati e miseri, da una parte. Dall’altra non c’è un progetto serio riguardo il tema casa». Un rapporto difficile quello delle parti sociali: sindacati e comitati cittadini che si occupano di senza casa e Comune. «C’è una grande arroganza dell’amministrazione che decide senza confrontarsi con le organizzazioni e con i sindacati – Continua Darwish – Sunia, Sicet e Uniat hanno chiesto un incontro al sindaco da circa un mese senza ricevere nessuna risposta. Il patrimonio pubblico è soggetto al degrado e la migliore idea che hanno avuto è un piano di alienazione che prevede la vendita – o meglio dire la svendita – degli immobili pubblici. Piano che non è stato discusso, anche in questo caso, con le proprietà comunali».
Riguardo gli immobili di proprietà del Comune da tempo abbandonati, un’ulteriore difficoltà è rappresentata dalla reticenza degli uffici a fornire una lista completa, proprio per scongiurare eventuali occupazioni. «Siamo riusciti facendo delle ricerche approfondite – spiega il sindacalista – a rintracciare alcune case, ma niente che rispecchi il vero insieme delle proprietà. Ci sono dei fondi nazionali ed europei che potrebbero essere utilizzati a fini sociali, ma non c’è nessuna intenzione di confronto».
Intanto si prosegue con gli sgomberi. Giusto ieri sindacati e comitati hanno scongiurato lo sfratto di tre famiglie da un’immobile in via Beato Angelico, abbandonato dai primi anni ’90 e poi occupato dai senza casa, che lo hanno ristrutturato. «L’esempio principale di quanto sia negativa la politica degli sgomberi – racconta Darwish – è incarnato dalle famiglie sgomberate da via Siracusa il mese scorso. L’Ipab si è messa a disposizione e ha pagato a queste persone l’albergo. Padre Cosimo Scordato ha pagato un’altra notte di tasca propria in attesa che altri organismi ecclesiastici potessero coprire alcuni altri giorni, ma il Comune non ha completamente preso in considerazione queste famiglie, che già da domani rischiano di trovarsi per strada».
Il 29 gennaio comitati e sindacati torneranno in piazza con un presidio di fronte alla presidenza della Regione e tante sono le iniziative per cercare di venire in soccorso ai senza casa. «Entro una settimana avvieremo al Sunia un servizio di tutela e monitoraggio dei casi in cui ci sono minori e stiamo fornendo assistenza a numerose famiglie che rischiano lo sgombero. E il Comune è a conoscenza di tutti questi casi, ma non ci sono risposte, le porte sono chiuse. Intanto le famiglie iscritte alla graduatoria dell’emergenza abitativa sono aumentate di 200 unità negli ultimi sei mesi».
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