Il giornalista Pino Maniaci è stato assolto anche nel processo d’Appello dall’accusa di estorsione. La corte d’Appello di Palermo ha assolto dall’accusa di estorsione il direttore di Telejato, emittente televisiva di Partinico, nel Palermitano; la sentenza conferma quanto deciso in primo grado. La Corte, però, ha condannato Maniaci a un anno e cinque mesi per […]
Foto della pagina Facebook Pino Maniaci
Processo Maniaci, il giornalista assolto anche in Appello dall’accusa di estorsione
Il giornalista Pino Maniaci è stato assolto anche nel processo d’Appello dall’accusa di estorsione. La corte d’Appello di Palermo ha assolto dall’accusa di estorsione il direttore di Telejato, emittente televisiva di Partinico, nel Palermitano; la sentenza conferma quanto deciso in primo grado. La Corte, però, ha condannato Maniaci a un anno e cinque mesi per aver diffamato il giornalista Michele Giuliano, l’artista Gaetano Porcasi e l’operatore tv Nunzio Quatrosi. La procura generale aveva impugnato il verdetto di primo grado e chiesto la condanna del giornalista anche per estorsione a nove anni e sei mesi. Maniaci, coinvolto in una indagine della Direzione distrettuale antimafia sui clan di Partinico, era accusato di aver utilizzato il suo potere mediatico per fare pressioni su alcuni amministratori di Partinico e Borgetto – sempre in provincia di Palermo – e costringerli a pagare in cambio di interviste riparatorie. Secondo gli inquirenti, insomma, prima avrebbe lanciato accuse in tv nei confronti delle sue vittime, poi si sarebbe offerto, previo pagamento, di dar loro la parola per difendersi.
«Giustizia è fatta – dice Maniaci in un post sulla sua pagina Facebook – Commentavo così, l’8 aprile del 2021, la mia assoluzione con formula piena dall’accusa di estorsione. Assoluzione che arrivava dopo un calvario lungo cinque anni. Oggi, quattro anni dopo – continua il giornalista – la corte d’Appello del tribunale di Palermo ha confermato la sentenza di primo grado: il fatto non sussiste. Non c’è stata nessuna estorsione. Con buona pace di chi ha cercato con ogni mezzo di chiudere Telejato, e di chi sperava in un esito diverso, nonostante le tante contraddizioni e la mancanza di prove. Spero che questo calvario sia finito – prosegue Maniaci – che una volta per tutte la Procura si decida a fare chiarezza, a dichiarare di aver sbagliato, e soprattutto che questa sia una vittoria per tutte le persone che portano avanti una lotta con indipendenza e determinazione. Grazie a chi mi ha sostenuto finora! Da qui – conclude il cronista – da questa piccola grande emittente che in questi nove anni ha resistito a tante tempeste, la promessa di sempre: #Telejatononsiferma».
«Pino Maniaci non è un estorsore. Pino Maniaci è soltanto un giornalista coraggioso che ha scoperchiato la verità. E lo si voleva fare pagare per questo». Lo dice l’avvocato Antonio Ingroia, che con l’avvocato Bartolomeo Parrino ha difeso il cronista. Ingroia si riferisce al caso di Silvana Saguto, la giudice condannata in via definitiva per corruzione e concussione. Per Ingroia, Maniaci è «il giornalista scomodo che ha scoperchiato lo scandalo della sequestropoli siciliana, che ha portato anche a scoprire le magagne del tribunale sezione misure di prevenzione di Palermo, con la condanna della dottoressa Silvana Saguto, presidente delle misure di prevenzione a Palermo, e dell’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara». «Ma la giustizia trionfa – aggiunge Ingroia – Questo emerge ora da ben due sentenze. Giustizia è finalmente fatta, ma qualcuno dovrà pur rispondere di anni di crocifissione mediatico-giudiziaria del tutto ingiusta».