Pignataro: «Statuto, così non va»

Se non è un vero e proprio contro-statuto, poco ci manca. In vista della prossima seduta del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo catanese, Giacomo Pignataro, docente di Economia e membro del Cda, mette nero su bianco tutte le sue perplessità riguardo alla bozza del documento, licenziata dalla Commissione il 30 giugno scorso.
In una lettera “aperta”, spedita a tutto il personale dell’Università, il professore prende in esame in particolare tre punti scottanti, che già avevano sollevato numerose critiche: 1) l’autonomia dei futuri Dipartimenti (che di fatto sostituiranno le facoltà); 2) la rappresentatività all’interno degli organi di governo e il meccanismo di selezione dei membri del futuro Cda; 3) la democraticità dei processi decisionali e il coinvolgimento degli studenti nella vita dell’Ateneo.

Leggendo il documento, saltano agli occhi due questioni sostanziali che interessano più da vicino gli studenti e la vita democratica all’interno dell’istituzione universitaria: la composizione del futuro Consiglio di Amministrazione (con l’ingresso dei “privati”) e quella relativa alla Consulta degli Studenti.
Ma andiamo con ordine. Scrive il prof. Pignataro: «per quanto riguarda il Consiglio di Amministrazione, essendo configurato come l’organo che assume le decisioni fondamentali per lo sviluppo della comunità (indirizzo strategico, programmazione e allocazione delle risorse) esso deve essere, a mio avviso:

– riconducibile, seppur non direttamente, ad una investitura della comunità, essendo ancora fondante, per le nostre Università, il principio di autogoverno ed autonomia;

– sufficientemente “distante” dagli altri organi, per una questione di corretto e funzionale equilibrio tra i poteri, e anche al fine di garantire che programmazione e allocazione delle risorse abbiano sempre meno un fondamento politico e si avvicinino sempre più ad una logica di merito; 

– costituito da persone scelte esclusivamente con il criterio della professionalità, così come richiede la legge. Ritengo, peraltro, che la recente lettera del Ministro, sul punto che riguarda la composizione del Consiglio di amministrazione, sebbene direttamente riferito ai soli componenti esterni, possa essere interpretata in tal senso».

Avendo in mente questi principii, l’ex presidente della Scuola Superiore propone che per la selezione di tutti i membri del Cda, esterni e interni si proceda innanzitutto mediante avviso pubblico. Inoltre per gli esterni – specifica Pignataro – «sarebbe opportuno escludere che essi abbiano o abbiano avuto, in un periodo precedente all’avviso (da determinarsi), incarichi di natura politica o per gli interni, la partecipazione all’avviso andrebbe estesa a tutto il personale di ruolo dell’Ateneo, senza distinzione tra le varie categorie. Andrebbero più puntualmente definiti i requisiti di professionalità che si richiedono. Al fine di garantire più efficacemente le pari opportunità, andrebbe indicato un criterio di presenza minima di componenti di ciascun sesso (ad esempio, 2 o 3) o la selezione delle candidature, sia esterne che interne, va operata da un organo appositamente costituito, a cui può essere attribuita direttamente la scelta, o che può individuare una rosa molto ristretta di candidature (non più del doppio dei componenti da selezionare), nell’ambito della quale sceglieranno sia il Rettore sia il Senato accademico».

Sempre per quanto riguarda l’equilibrio tra poteri e la democrazia all’interno dell’Ateneo, il prof. Pignataro propone due ulteriori modifiche allo Statuto e cioè di «ripristinare la presenza delle Commissioni per la didattica e per la ricerca e della Consulta degli studenti, prevedendo, per quest’ultima, che esprima pareri obbligatori sulle questioni più rilevanti attinenti all’organizzazione della didattica (di cui gli organi devono tener conto, anche quando se ne discostano), che abbia funzioni propositive e il diritto di accesso a dati e documenti rilevanti. In particolare, ritengo importante che la Consulta degli studenti intervenga nella progettazione delle modalità di valutazione della didattica e delle strutture da parte degli studenti».

Mentre a Bologna sullo stesso tema (e per perplessità analoghe) si indice un referendum tra docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo e a Torino, si propone una petizione online, a Catania è tempo di “controdeduzioni” alla bozza elaborata dalla Commissione: oltre a quelli suggeriti da Pignataro, si attendono per dopodomani, gli (eventuali) emendamenti dei Senatori Accademici. Domani invece, il Rettore incontrerà i sindacati, su richiesta delle segreterie confederali. Bisogna fare in fretta, perché – secondo il timing previsto dall’Ateneo – il 19 luglio il Senato Accademico dovrà approvare il nuovo Statuto in via definitiva.


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Giacomo Pignataro, professore ordinario di economia delle finanze e membro del Cda dell'Ateneo di Catania scrive una lettera aperta al Magnifico Antonino Recca per riscrivere alcuni articoli della carta delle regole dell'Università. Le proposte di modifica più importanti riguardano l'autonomia dei dipartimenti, democrazia e coinvolgimento degli studenti, equilibrio tra i poteri e trasparenza nella selezione dei membri del Cda- Statuto: "Troppo potere al Rettore"

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