Picciotti scatenati, temprati e skaramantici

Un progetto nato in terra iblea nel 2003 che, con i suoi ritmi ska-punk dalle contaminazioni reggae, ha portato in giro per l’Italia Fabio Pitino (Spazio, chitarra e voce), Filippo Susino (Pipe, basso), Alessandro Giardina (Mpa’ Sandru, batteria), Claudio Giunta (Sir C.L.Audio, trombone) e Giuseppe Muscarnera (Muskapè, tromba). Sergio Battaglia (U Liuni, sax tenore) e Marco Restivo (L’africanu, tastiere & synth), ex componenti del gruppo, sono stati presenti con un graditissimo ritorno per la presentazione dell’album, sabato 2 febbraio al C.P.O. Experia.

Già parecchie le esperienze che questi ‘picciotti’ hanno al loro attivo: vincitori di concorsi come il “Respect Salento 2007” (Lecce – premiati dai Sud Sound System come miglior gruppo) e del “Festival Palma di Montechiaro 2006”, hanno portato la loro musica in levare in numerose città italiane, partecipando a festival come il “Rototom SunSplash 06” (Osoppo, Udine) e “Sikula Reggae Festival 07” (Rosolini, Siracusa, che ha registrato migliaia di presenze). Costante, inoltre, il loro impegno nel manifestare contro la mafia, con la partecipazione a diverse iniziative sensibili allo stesso tema.
Fondamentali per la loro crescita sono state le esperienze come supporter e le collaborazioni con gruppi di rilievo, tra i quali: Skatalites, Sud Sound System, Vallanzaska, Folkabbestia, CapaRezza, Al Mukawama feat. ‘O Zulù (ex 99posse), Vinicio Capossela, Meganoidi, Jovine.
L’ultima grande soddisfazione è stata sicuramente l’inserimento nella lista dei gruppi ska più rappresentativi a livello nazionale, unici rappresentanti della Trinacria, accanto a band come Vallanzaska e Persiana Jones, per festeggiare i primi “25annidiskainitalia”. 

Abbiamo incontrato Fabio, il cantante-chitarrista, per farci raccontare di questo primo album, dei progetti e delle difficoltà di una giovane band siciliana.

“La lucha sigue” è la vostra prima fatica: un disco presentato venerdì 17 agosto, giorno quanto mai azzeccato dato il nome della band. Colpisce per le commistioni musicali e il passaggio mai brusco da temi impegnati ad altri più spensierati. Un po’ la stessa impressione che date voi sul palco, divertenti e grintosi ma attenti alla sostanza…
Aver subito le influenze dell’area mediterranea è stato inevitabile, essendo “la ska band più a sud d’Italia…” (ridiamo entrambi, questa frase è ormai diventata un loro tormentone). Per quanto riguarda la varietà dei pezzi, per noi ogni brano è a sé: un connubio indissolubile fra il tema trattato nel testo e le influenze adatte a creare l’atmosfera.
Ed in effetti, in alcuni pezzi questa ricerca e sperimentazione è subito evidente: melodie arabeggianti e ritornello in spagnolo (una lingua sentita come naturale per parlare di “ribellione”) in “La lucha sigue”, un brano contro le barbarie della società capitalistica, prendendo come ultimo esempio la guerra in Iraq; o ancora il folklore e il dialetto siciliano in “Ciuriddu siciliano”, rivisitazione del famoso canto popolare nostrano; atmosfere country in “Su e giù per il west”, contro lo sfruttamento della prostituzione, che riporta ai saloon del vecchio west; ancora dialetto siciliano in “Cantu p’a libertà”, per denunciare le radici tuttora profonde che la mafia ha nella nostra isola.
L’impegno invece  – continua Fabio – è legato al concetto di “musica utile”: gli artisti devono essere dei controinformatori sui temi più importanti dell’attualità, come la mafia, le contraddizioni delle istituzioni ecclesiastiche (alle quali è dedicato il brano “Impero modesto”), l’ipocrisia e i costi della politica (trattati in “La non politica”)… La continua osservazione dei problemi sociali è fondamentale per noi.

Il disco è autoprodotto. Non stupisce per una band come la vostra, che tratta temi seri e spinosi senza mezzi termini e pratica un genere che in Italia gode di pochi riconoscimenti. Come vi ponete rispetto ai compromessi necessari per raggiungere la notorietà?
La definirei un’autoproduzione “consapevole”, proprio per non cedere ai compromessi che ci sono stati proposti. Alcuni produttori ci hanno definito musicalmente non banali e prevedibili (obiezione spesso rivolta al genere ska), ma il problema stava nella schiettezza dei testi, non nei temi. L’unica possibilità era quella di camuffare.
La scelta dell’autoproduzione  invece, implica il rivolgersi ad un mercato discografico alternativo, tutto viene svolto all’interno, avvalendosi di un tour manager e lavorando soprattutto sui live.
Molto utile è anche il “gemellaggio”, ossia lo scambio di date con gruppi e/o agenzie di tutta Italia.

La Sicilia non brilla di certo per gli spazi dedicati agli artisti emergenti. Cosa avete potuto notare, confrontandovi con realtà del resto d’Italia?
In Sicilia mancano festival, rassegne che diano visibilità a largo raggio e incoraggino le band emergenti con una promozione costante. E quando ci sono, sono spesso carenti di giurie competenti e critici musicali.
Nel nord Italia, inoltre, i locali seguono una filosofia diversa: lì la musica è parte integrante di una serata, non si sfruttano i giovani musicisti per ottenere solo un guadagno personale.

Il ragazzo è particolarmente agguerrito e la sua mimica veemente non risparmia nulla alle colpe di un’isola che non incoraggia i propri talenti; ma a Fabio scappa una frase, che fa ancora ben sperare: “i gruppi siciliani fuori si riconoscono, sono temprati, mettono maggiore impegno in tutto ciò che fanno. E questo si nota“.

Per concludere, anticipaci qualcosa su i vostri progetti e le prospettive future…
Abbiamo in programma diversi concerti per l’anniversario dei 25 anni di ska in Italia, a fianco di band affermate nel panorama nazionale ed internazionale.
Al momento, stiamo lavorando  alla composizione e all’arrangiamento di nuovi brani per il futuro disco, grazie alle influenze e alle ispirazioni accumulate durante il tour.
Proseguiamo infatti con il tour invernale, sempre più fitto di date in tutta Italia.  Sabato 2 Febbraio presenteremo l’album a Catania, al C.P.O. Experia. Una scelta anche questa non casuale, considerando che il C.P.O. è una realtà da sempre sensibile con le sue iniziative agli stessi temi trattati nel disco.

La lucha sigue!

 

www.myspace.com/skaramanzia 

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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