Il noto locale di via Teatro Massimo avrebbe violato, per la terza volta, le prescrizioni del municipio in termini di occupazione del suolo pubblico. L'ultima volta sono stati trovati 36 metri quadrati riempiti di quaranta sedie e undici tavolini
Piazza Teatro, ordinata la chiusura dell’Insonnia Disposta sospensione dell’attività per 20 giorni
Non c’è pace per la movida, o per quello che ne resta. Da una parte i controlli delle forze dell’ordine, dall’altra il versante amministrativo gestito dal Comune di Catania. Così è arrivata l’ordinanza di sospensione dell’attività per venti giorni per l’Insonnia, il locale di via Teatro Massimo 7, a pochi passi da piazza Vincenzo Bellini. Uno dei pub più noti del capoluogo etneo, «senza essere in possesso della prescritta autorizzazione», avrebbe occupato abusivamente 36 metri quadrati di suolo pubblico, con 40 sedie e undici tavolini.
Il provvedimento è stato pubblicato da poco sul sito di Palazzo degli elefanti e impone al titolare dell’impresa la chiusura dei battenti dell’attività per quasi tre settimane. Una misura resa necessaria per via della reiterazione dell’illecito: secondo quanto riportato dal municipio, si tratta della terza volta che l’attività viene sanzionata proprio per l’occupazione abusiva del suolo. L’ultima volta, ad aprile 2019, il pub era stato chiuso per 15 giorni, come previsto dal regolamento.
Adesso la polizia municipale dovrà verificare che il locale effettivamente rimanga chiuso, come ordinato da Palazzo degli elefanti, nel tentativo di regolamentare la vita notturna del centro storico catanese. Da anni, ormai, le cronache raccontano una movida selvaggia e senza regole, tra le lamentele dei residenti e di alcuni, sempre più isolati, gestori.
Proprio oggi la questura di Catania ha reso noti gli accertamenti eseguiti nei giorni scorsi nei confronti di altri esercizi pubblici: una discoteca in centro somministrava bevande alcoliche senza autorizzazione, diversi locali tra via Plebiscito e via Etnea sono stati multati per l’occupazione abusiva del suolo pubblico e per avere superato i limiti dei volumi della musica previsti dalla normativa.