A poco più di due settimane dall'inaugurazione, dopo una lunga attesa fatta anche di indagini giudiziarie, sono state chiuse alcune parti dello spazio a ridosso del lungomare. Installate le videocamere di sorveglianza dopo alcuni atti vandalici, adesso è il prato ad essere sottoposto a manutenzione dopo le sollecitazioni di quanti vi hanno passeggiato. E l'imprenditrice Lorenza Virlinzi si appella al senso civico dei catanesi: «La piazza è un bene comune da rispettare». Guarda le foto
Piazza Europa senza pace, ancora lavori Il verde stressato da bici, cani e persone
Non c’è pace per piazza Europa. Non sono bastati i tormentati anni dei lavori stoppati dalle vicende giudiziarie – un processo conclusosi con l’assoluzione degli otto imputati – e le perplessità dei cittadini dopo il taglio del nastro. Adesso lo spazio, inaccessibile ai catanesi per sei anni e inaugurato da poco più di due settimane, è in parte transennato per lavori che riguardano il verde e l’installazione di videocamere di sorveglianza che da ieri sono entrate in funzione. Le aree ricoperte di erba hanno subito «un eccessivo stress a causa del calpestio con bici, motorini, skate e animali da passeggio, pertanto i progettisti hanno ritenuto necessario prevedere il posizionamento di supporti rigidi per agevolare il passaggio», ha chiarito l’amministratore delegato della Parcheggio Europa Spa Lorena Virlinzi. Problemi che negli scorsi giorni erano stati già individuati da quanti hanno voluto vedere con i propri occhi il nuovo volto della piazza. La questione è entrata quasi prepotentemente nella campagna elettorale con tutti gli aspiranti sindaco che hanno più o meno detto la propria, così come le associazioni ambientaliste.
Tutti lavori a carico della società, il Comune si occupa esclusivamente della pulizia, tiene a precisare l’imprenditrice del gruppo Virlinzi. Che si appella anche al senso civico dei cittadini: «Nelle scorse settimane abbiamo registrato numerosi atti di vandalismo», denuncia. «La piazza è un bene comune da rispettare». Ma il giudizio lapidario di un anonimo catanese pone ancora sul piatto le critiche: «Sempre minchiata resta».