Piano Giovani/ Dubbi pure sul Piano di comunicazione: un altro bluff?

NON FINISCE DI STUPIRE LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE DA PARTE DEL GOVERNO REGIONALE. ALTRA GRANA SEMBRA PRONTA A SCOPPIARE. LA SCILABRA SE NE USCIRA’ CON UNA NUOVA LETTERA DI FUOCO DIRETTA ALLA CORSELLO?

Altre ‘grane’ in arrivo per l’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, e per la dirigente generale al ramo, Anna Rosa Corsello?

Sotto osservazione, questa volta, la procedura per la selezione di 50 giovani entro i trentacinque anni, esperti in comunicazione per l’attività di diffusione delle iniziative da attuare o realizzate attraverso il ‘Piano Giovani’.

Stando a indiscrezioni, potrebbe trasformarsi in un flop l’Avviso pubblico per la costituzione di una short list di esperti in comunicazione per le attività istituzionali e gestionali dell’assessorato regionale alla Formazione professionale relative a ‘Piano Giovani’.

La priorità 9 ‘Promozione e comunicazione’ del ‘Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani’, cosiddetto ‘Piano Giovani’, approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 215 del 21 giugno 2012, prevede, tra gli strumenti di attuazione, “un piano di comunicazione basato su una serie di interventi che spaziano da quelli promo-pubblicitari a quelli informativi-formativi da realizzare attraverso tre dimensioni di comunicazione: a) informazione; b) promozione; c) formazione”.

Al fine di dare attuazione alla citata priorità 9 del Piano Giovani, l’assessore Scilabra e la dottoressa Corsello, hanno dato vita ad un Avviso pubblico volto alla istituzione di una short List di esperti in comunicazione.

Un Albo di esperti dal quale l’Amministrazione regionale dovrà attingere per le attività di comunicazione relative ai profili istituzionali e gestionali del ‘Piano Giovani’.

Obiettivo del Governo regionale è realizzare una nuova e capillare attività di diffusione di notizie sulle attività “previste-in corso-realizzate”, attuata tramite i media tradizionali (radio/TV/stampa locale), oltre che per mezzo dei principali social media, come previsto nella Priorità 9 paragrafo 3.7.2.

A non convincere è la procedura adottata dal dipartimento regionale Formazione professionale per la redazione dell’Albo di esperti in comunicazione.

Dalle richiamate indiscrezioni assunte, pare che siano pervenute in assessorato circa 2000 domande di partecipazione alla selezione per 50 giovani entro i trentacinque anni da inserire nel citato Albo.

I criteri per la definizione della graduatoria sarebbero stati emanati dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, con decreto dirigenziale n.3520 dell’11 luglio 2014. 

Alcuni aspetti del bando pubblico e del decreto dirigenziale non convincono.

Cominciamo col dire che l’Avviso pubblico per la costituzione della short list di esperti in comunicazione non contiene alcun criterio di valutazione.

Il successivo decreto dirigenziale, il richiamato n.3520/2014, indica solamente una generica griglia di valori per la valutazione dei candidati.

Il provvedimento a firma della dottoressa Corsello assegna, difatti, il 40 per cento alla qualificazione professionale ed esperienza lavorativa, il 40 per cento all’esperienza maturata negli ambiti di attività individuati nell’Avviso ed il 20 per cento ad possesso di eventuali ulteriori elementi legati alla specificità delle attività previste.

Ricordiamo che, secondo quanto previsto dall’articolo 3 dell’Avviso hanno titolo all’inserimento nella short List, i soggetti in possesso di adeguata professionalità nel campo delle attività di comunicazione, con particolare riferimento ai media tradizionali (radio, tv, stampa locale) ed ai principali social network, attestata da adeguata esperienza professionale nel settore debitamente riportata nel curriculum vitae e segnatamente nelle aree funzionali: sito web (multiprogetto), social Media, servizi pubblicitari e informativi, coordinamento generale.

La finalità dell’Avviso pubblico è quella di promuovere l’occupabilità giovanile, in armonia con le finalità del Piano Giovani. Nella scelta dei soggetti da reclutare dovrà essere data priorità ai soggetti che non abbiano superato il trentacinquesimo anno di età.

Sembrerebbe che la graduatoria degli idonei da inserire nell’Albo di esperti in comunicazione sia stata redatta in soli cinque giorni da una commissione di valutazione composta da tre dipendenti in servizio presso il dipartimento Formazione professionale.

Se dovesse risultare a verità, significherebbe per i tre componenti della commissione di valutazione, facendo due calcoli, aver valutato 667 curricula a testa.

Significherebbe uno sforzo abnorme per valutare 133 curricula al giorno. E per farlo, supponendo un impegno orario di 10 ore (600 minuti) di lavoro ininterrotto e senza soste o pausa caffè, significherebbe valutare un curriculum e completare la procedura ogni 4,5 minuti. Un vero record.

Cosa sia successo veramente non è facile a dirsi. Dal racconto che si basa, lo ripetiamo, solamente su indiscrezioni, sembrerebbero emergere circostanze strambe. Non va dimenticata, ad esempio, la polemica innescata a pochi giorni dall’uscita dell’avviso in ordine al reclutamento del personale specialistico tra i dipendenti dell’Amministrazione regionale.

Nelle premesse all’Avviso pubblico è riportata la seguente dicitura: “Questo Dipartimento, con apposito atto di interpello (prot. 26112 DOO del 21 marzo 2014) rivolto a tutto il personale di comparto non dirigenziale della Regione siciliana assunto a tempo indeterminato ha chiesto il reclutamento del personale medesimo per l’espletamento delle attività previste nel presente bando, senza che sia pervenuta alcuna formale adesione da parte di dipendenti interessati”.

Avevamo già affrontato questo argomento in altra parte del giornale, rimarcando che diverse erano state le candidature avanzate da dipendenti della Regione siciliana in possesso dei requisiti minimi richiesti. Eppure di queste domande non se ne sa nulla, anzi a leggere la dicitura riportata nessuna candidatura sarebbe stata avanzata.

Ed infine, fatto non meno interessante, rileviamo che nessun compenso è stato stabilito sia nell’Avviso che nel decreto dirigenziale n.3520/2014. Come mai? Un’Amministrazione ‘trasparente’ le regole del gioco le stabilisce prima e non aspetta di conoscere i vincitori del bando pubblico per stabile il compenso da assegnare agli esperti di comunicazione.

La malelingue riferiscono che questa operazione è stata gestita male sin dall’inizio e potrebbe rivelarsi un grande bluff come già accaduto per la gestione dei tirocini, il cui fallimento è riportato, in questi giorni, su tutti i giornali.

Nel mese di aprile, in occasione del lancio mediatico dell’Avviso di reclutamento, l’assessore Nelli Scilabra aveva enfatizzato, come accaduto anche recentemente per l’iniziativa sui 2000 tirocini, l’importanza dell’iniziativa, i cui destinatari dovevano essere i giovani, attraverso la ricerca di under 35 in grado di svecchiare la comunicazione.

Nel suo aplomb mediatico la Scilabra aveva presentato alla stampa l’iniziativa in pompa magna, spiegando che l’obiettivo del reclutamento di giovani entro i trentacinque anni doveva servire a veicolare le informazioni, i messaggi e le opportunità messe a disposizione dal ‘Piano Giovani’ in modo innovativo, aperto per raggiungere con lo stesso linguaggio, più giovani possibili.

Per raggiungere tali finalità l’assessore Scilabra ha deciso di adottare una strategia di comunicazione innovativa, di qualità e più vicina alle nuove generazioni che rappresentano il target diretto del Piano Giovani.

“Perché la comunicazione della Regione siciliana non può essere affidata alle ragazze e ai ragazzi della nostra terra? Perché non puntare sui miei coetanee”, aveva dichiarato ad un quotidiano online in occasione del lancio dell’iniziativa.

Alla luce dei dubbi che sembrano emergere, lo ripetiamo stante alle indiscrezioni che meritano conferme, nella gestione dell’intera procedura che avrebbe portato alla valutazione record di 2000 curricula, cosa nel pensa oggi l’assessore? Non è forse il caso di chiarire cosa veramente sia successo per evitare di ‘accucchiare la malfiura’ come con i tirocini?

Forse è il caso di rimarcare che il dirigente generale risponde del suo operato all’assessore regionale alla Formazione professionale che è il legale rappresentante del ramo dell’Amministrazione regionale.

Lettere di protesta e resa dei conti, anche in questo caso, sarebbero fuori luogo.

 


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