Il gip Roberto Riggio deciderà entro domani se convalidare o meno il fermo e disporre eventualmente la misura cautelare per Gianmarco Codraro e Carlo Mancuso, i due militanti dei centri sociali accusati di aver fatto parte del gruppo che martedì sera ha aggredito il segretario provinciale palermitano di Forza Nuova Massimo Ursino. Entrambi presenti all’udienza, ma col divieto di incontro, non hanno rilasciato alcuna dichiarazione. Presente anche il procuratore aggiunto Ennio Petrigni, che per loro ha chiesto la convalida del fermo al gip. Coinvolti nella vicenda del pestaggio anche altri quattro giovani, denunciati a piede libero, e due ancora ricercati.
«Mi sono mosso su due piani», spiega a MeridioNews l’avvocato Giorgio Bisagna, che rappresenta i due giovani: «Da un lato ho fatto leva sul fatto che non ci sono indizi di colpevolezza, perché l’unico elemento sarebbe questo riconoscimento fotografico tratto dalle videoriprese, ma in effetti non si riconosce un granché, io non sarei stato in grado di riconoscere nessuno, però gli agenti della Digos sono più bravi di me evidentemente, hanno una maggiore capacità di osservazione. Ma – ribadisce – avendoli accanto, non sarei stato comunque in grado di identificarli, loro sì».
Il secondo punto tirato in ballo dal legale, poi, è una questione squisitamente di diritto e punta sulla qualificazione giuridica, ritenuta errata, del reato di tentato omicidio e le aggravanti chieste per i futili motivi, per cui Bisagna ha prodotto oggi la recente sentenza della Cassazione con cui appena una settimana fa la Suprema Corte proscioglieva proprio alcuni militanti dei centri sociali per i fatti avvenuti nel 2011, accertando il movente politico degli scontri con Casapound ma annullando di fatto l’aggravante contestata. «I ragazzi possono rischiare pene, con queste accuse costruite così, dai dieci ai diciotto anni di carcere. Per questo – spiega ancora – la scelta anche di non far loro rendere alcuna dichiarazione, perché il clima non è sereno in questo momento».
Tuttavia, Codraro e Mancuso starebbero bene. «Loro sono sereni perché sono estranei ai fatti – continua ancora Bisagna -. Sanno che la giustizia trionferà, è quello che speriamo tutti. Se si dovesse applicare il diritto sarei ottimista, purtroppo però il contesto non è dei migliori. Siamo nel metadiritto, stanno influendo cose che si trovano al di fuori del palazzo di giustizia». E secondo il legale, da quando è avvenuto il pestaggio ai danni di Ursino, sembra quasi essersi scatenata una sorta di «beatificazione di Forza Nuova». «C’è un clima punitivo verso i centri sociali a fronte di un approccio, a livello generale in tutta Italia, più benevolo verso i fascisti, il fatto è questo».
E cita gli ultimi episodi accaduti a Perugia, dove «hanno contestato la rissa agli accoltellati. E poi, notizia di oggi, hanno incendiato il centro sociale di Cremona. Lì due anni fa i fascisti avevano ridotto in fin di vita un militante di quello stesso centro. Il clima è questo per ora». Intanto l’episodio, accaduto in pieno centro, lungo la via Dante all’altezza di piazza Lolli, continua a fare discutere e a dividere. Non mancano, da parte degli esponenti dei centri sociali, manifestazioni di stima e solidarietà per i due giovani fermati. Mentre dal canto loro i forzanovisti confermano la presenza del loro leader Roberto Fiore domani pomeriggio a Palermo in via Crispi. Giornata in cui saranno previsti anche due rispettivi cortei: da un lato quello antifascista che si riunirà alle 16 a piazza Verdi, dall’altro i forzanovisti riuniti a piazza Crispi per il comizio.
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