Una incredibile scoperta allinterno dellex-Monastero dei Benedettini rappresenta oggi una valida tesi su una parte dei misteri e delle numerose voci che circolano ormai da svariati decenni nella nostra città. Recentemente sono stati ritrovati da Peter Thiede, noto storico e ricercatore tedesco, negli archivi delle Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero, due libri datati intorno all’ultimo decennio del XVIII secolo in cui, pare, i monaci appuntavano sapientemente ricette accurate di medicina omeopatica e storie personali, rigorosamente scritte in latino, sotto forma di diario.
Naturalis Medicina, uno dei due libri rinvenuti, rappresenta la più interessante testimonianza scritta risalente a poco più di due secoli fa, relativa alluso di sostanze naturali e a base di erbe officinali da parte dei monaci benedettini, tra cui lutilizzo terapeutico della cannabis – da cui si ricavava un olio curativo – che veniva coltivata in una parte del complesso del Monastero, precisamente in un piccolo angolo del Giardino dei Novizi. I monaci avevano infatti scoperto che la cannabis era utilissima per alleviare i dolori neuropatici di gravi malattie come il morbo di Parkinson, frequente tra i monaci più anziani. In realtà la cannabis era stata importata da alcuni viaggiatori (ricordiamo infatti che il prestigioso monastero rappresentava una tappa obbligata dei viaggi del Grand Tour, ndr), provenienti non solo dal continente europeo, ma anche da terre più lontane come Asia centrale e Sud America.
Unaltra leggenda, confermata dal secondo volume, riporta alcune delle storie collegate ai rapporti interpersonali che i monaci intrattenevano con le suore di clausura del convento di San Benedetto, sito in via Crociferi, e con le suore del Convento accanto alla Chiesa della Santissima Trinità in via Vittorio Emanuele, sede dellattuale liceo scientifico E.Boggio Lera. Nel libro vengono narrate vicende personali di alcuni monaci che erano soliti incontrare di nascosto le suore, in particolare nelle ore notturne, nei sotterranei che collegavano il monastero dei Benedettini da alcuni cunicoli delle cucine direttamente al convento (ne sono la prova visibile alcune porte murate allinterno del liceo Boggio Lera, ndr). In passato sono stati anche trovati in questi passaggi sotterranei diverse decine di feti abortiti. Il volume, inoltre, riporta sorprendentemente immagini con didascalie e spiegazioni di posizioni del Kamasutra, famosa pratica orientale del sesso, spiegata probabilmente ai monaci da qualche viaggiatore proveniente dalla Cina.
Grazie allimportante ritrovamento di questi volumi possiamo adesso finalmente confermare con certezza queste vecchie voci. Del resto anche un viaggiatore come Charles Didier nel 1823 rimase profondamente colpito dal lusso e dalla mondanità di questo luogo destinato invece alla penitenza e alla preghiera. E a quanto pare i monaci benedettini, oltre alla preghiera, erano veramente dediti ad altro…
Maggiori informazioni sul sito ufficiale di Peter Thiede
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