Perché si fanno tanti figli in Africa?

“I figli fanno bene al matrimonio”. Dakar, centro città. Cammini tra i venditori ambulanti evitando che le macchine ti salgano sui piedi, circondato da una folla di persone. Uomini e donne che vendono, ragazzi che vanno a scuola, disabili che chiedono qualche spicciolo e donne con bambini fasciati alla schiena, donne con bambini, donne con bambini, donne con bambini. Donne giovani, donne adulte, donne molto adulte con bambini.

In Senegal le famiglie sono molto numerose, volutamente. L’alta natalità non nasce dall’esigenza di avere nuove braccia per il lavoro, anche in questa parte di mondo infatti da un decennio è in corso l’esodo dalle campagne alla metropoli che in poco tempo ha visto raddoppiare la propria popolazione. Tale fenomeno ha un retroscena complesso, radicato, tutto umano.

“I figli fanno bene al matrimonio”, perché l’assenza di prole può minare matrimoni non troppo solidi. Certamente queste poche righe non vogliono essere un resoconto definitivo sulla vita matrimoniale senegalese, ma possono essere una fotografia su un pezzo di realtà.

La donna media senegalese si propone i seguenti traguardi: scuola a sufficienza, quanto basta per comprendere le soap e il telegiornale che viene trasmesso dalla televisione nazionale; abilità nella cucina tradizionale; creazione di un guardaroba invidiabile che spesso ospiterà abiti che verrano indossati in occasioni non adatte; matrimonio con un uomo, nella speranza che sia un brav’uomo, che garantisca vitto, alloggio e il mantenimento e l’arricchimento del suddetto guardaroba.

Il matrimonio è un traguardo, ma non è certo l’ultima meta. La lotta continua per il suo mantenimento o per il prolungamento del periodo di esclusività, lungi evitare successivi ammogliamenti del consorte. Essendo in liberalismo coniugale maschilista, la moglie deve garantire una vita matrimoniale serena ed evitare che al coniuge vengano nuovi appetiti.

Questo un sintetico vademecum per rendere il proprio uomo felice: Fare poche domande, anzi meglio nulla; Velocità nell’esecuzione degli ordini (prendere il telecomando, un bicchiere di acqua); Sesso a richiesta del partner, le attenzioni vanno alimentante con la cura del proprio look (acconciature sempre nuove quali treccine o parrucche cucite su treccine) e piccoli accorgimenti che ne stuzzichino gli appetiti (profumazioni floreali nella camera da letto, bevande energizzanti); Abilità nella cucina tradizionale; Tutto il resto è silenzio-assenso (il marito esce ma non dice alla moglie dove va, il marito deve partire ma lo comunica alla moglie poco prima di farsi fare la valigia). E il fondamentale punto della procreazione. Agli uomini piace avere tanti figli, è sinonimo di virilità, è a loro che lasceranno le case costruite dopo lunghi anni di lavoro all’estero.

L’assenza di figliolanza può infatti indurre qualsiasi marito, anche il più ben voluto, a prendere un’altra moglie. Così un matrimonio che basa la sua forza sul silenzio, l’esigenza femminile del benessere economico fornito unicamente dal marito e la tradizione, in assenza di condividere altro può solo fortificarsi con la nascita di figli. La moglie deve dunque superare questo esame, quello della fertilità e procreare. Il numero giusto è il cinque. Certo capita spesso che dopo il quarto figlio al marito venga ugualmente voglia di prendere un’ altra moglie o che sia la propria famiglia ad indicargliene una. Così da un giorno all’altro la moglie diventa la prima moglie. Il marito porta a casa la seconda consorte, senza dir nulla alla prima.

Soda ha 27 anni, occhi allungati, la pelle nera del viso fa risaltare le labbra rosse :“Mio marito ha 15 anni più di me. Abbiamo quattro figli. Il più piccolo Papasouley ha due anni- dice sorridendo- la più grande dieci”.Un anno fa il marito porta a casa una donna. poco più che ventenne. La seconda moglie. Ognuna di loro ha una camera da letto, una accanto all’altra. Lui si alterna. Da poco la seconda moglie gli ha dato un figlio, un maschietto. Raramente certe decisioni si concludono con prese di posizioni estreme delle prime mogli: le donne chiedono raramente il divorzio per questo motivo. Qualche urla nella riservatezza della loro camera da letto, il marito garantisce che non le priverà di nulla, che manterranno lo stesso benessere di prima e la discussione finisce. Probabilmente no la sofferenza, quella la proveranno intimamente anche le donne più fredde, quelle meno innamorate. Tutto sarà coperto da un velo di serenità, il tram tram quotidiano sarà però costellato di piccole guerre, anguste rivalità, le mogli fingeranno di essere amiche, alcune volte lo diverranno davvero. Lo status di moglie e i privilegi conseguenti valgono molto più che dividere il marito con un’altra donna. Le dispute più violente saranno sedate, qualora le finanze lo permettano, dalla creazione di una seconda casa per la nuova moglie. Naturalmente anche la seconda moglie applicherà il principio “i figli fanno bene al matrimonio” e avrà l’incombenza di recuperare il vantaggio figliare raggiunto nel corso degli anni dalla prima moglie.

Fisico snello, braccia forti, anche Awa ha ventisette anni. E’ sposata da quattro anni con una cugino da parte di madre. Lui dopo due settimane di matrimonio è andato in Europa per lavoro e torna a casa una volta all’anno per un paio di settimane. Nell’ultimo periodo di ricongiungimento finalmente è riuscita a rimanere incinta “I figli fanno bene al matrimonio… Mio marito pensava che non ne potessi avere ma io gli dicevo che è più difficile per noi che ci vediamo poco- mentre si confida muove gli occhi guardandosi intorno- mi aveva anche detto che se non riuscivo a dargli un figlio avrebbe preso un’altra moglie… che cattivo a dire queste cose” ma ora il pericolo sembra scongiurato. Awa ha molti fratelli e sorelle. Suo padre aveva tre mogli. La madre di Awa era la seconda.

A Dakar ed anche all’interno del paese è in forte aumento l’occupazione femminile. Le donne occupano molti posti di lavoro e hanno ruoli di grande spicco nella vita politica del paese. L’indipendenza economica femminile nel futuro sarà sicuramente fattore condizionante sulla scelta di matrimoni monogami o poligami. La poligamia è spesso un’ esigenza economica e non solo una scelta religiosa.. “Mia sorella ha divorziato tre anni fa, dopo un anno di matrimonio. Dopo una febbre che ebbe per qualche giorno, il marito appena guarito è come impazzito e ha voluto il divorzio- racconta Awa con il viso serio- per fortuna qui occorrono solo tre mesi per ottenerlo, una garanzia per noi donne, che così possiamo subito riprendere marito”.


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