“Perché Musumeci puo perdere”

“Il Pdl, in Sicilia, è ormai un’entità politica piuttosto strana. Ci sono troppe divisioni. E non ci sono più organismi centrali e periferici. C’è solo un comitato elettorale che non ha il polso della situazione. Anche la scelta dei nomi inseriti nel listino ha finiti con il create altri divisioni e nuove tensioni”.

A parlare è Nicola Cristaldi (foto a destra), figura storica della destra siciliana, già presidente dell’Assemblea regionale siciliana, già parlamentare nazionale e, oggi, Sindaco di Mazara del Vallo. Cristaldi, per sua antica abitudine, è abituato a parlare con estrema franchezza. E lo fa anche stavolta, senza peli sulla lingua: “Le campagne elettorali vanno impostate bene. Non si fa una battaglia politica solo per fare vincere un candidato. Dietro ci deve essere un progetto politico condiviso. E ci debbono essere i Partiti”.

Cristaldi, in questa campagna elettorale, appoggia Duilio Pecorella, candidato nel Pdl, naturalmente nel collegio di Trapani. “Comunque andranno queste elezioni – dice sempre Cristaldi – e io mi auguro che Pecorella venga eletto, dopo apriremo una questione politica con il Senatore Tonino D’Alì. Con questo signore serve un chiarimento politico”.

D’Alì, per la cronaca, è Senatore del Pdl ed è considerato un uomo politico piuttosto ‘complicato’. Di lui a Trapani e dintorni dicono: “Con lui è più facile litigare che andarci d’accordo”.

In effetti, deve essere un tipo difficile. Basti pensare che anche l’ex Sindaco di Trapani, Mimmo Fazio, oggi candidato alle elezioni regionali – naturalmente sempre nel collegio di Trapani – dopo aver collaborato per anni con D’Alì, lo ha mollato ed è candidato, sempre nel Pdl, per i fatti propri. Mentre D’Alì avrebbe optato per una propria candidata: si tratta di Cettina Spataro, che il potente Senatore ha imposto nel listino con Musumeci, provocando un parapiglia. Questa scelta avrebbe mandato su tutte le furie tanti dirigenti del Pdl e persino il leader nazionale de La Destra, Francesco Storace. Una scelta che Musumeci, cioè il candidato alla presidenza della Regione di Pdl e Cantiere popolare, ha dovuto inghiottire.

“In effetti – chiosa sornione Cristaldi – sono in tanti, oggi, a chiedersi quali sarebbero i meriti di Cettina Spataro per finire neli listino. L’unico merito sarebbe quello di essere amica del Senatore D’Alì. Mi sembra un po’ poco…”.

Insomma, la ‘berlusconite’, ovvero il “prima le donne” imposto dal Cavaliere ai suoi Partiti da quando è entrato in politica è arrivato anche in Sicilia. Anche a Trapani. Dove, in verità, ha fatto un po’ di rumore e ha lasciato molti mal di pancia.

Solo una questione di donne? Non esattamente. “La verità – aggiunge Cristaldi – è che in questa campagna elettorale i partiti non hanno svolto e continuano a non svolgere alcuna funzione. Volete un esempio? In quasi tutti i collegi ci sono stati candidati che hanno deciso all’ultimo minuto dove candidarsi. Vi sembra una cosa seria?”.

In effetti, quello che dice l’ex presidente dell’Ars è vero: in mezza Sicilia ci sono stati candidati che, per circa un mese – diciamo tutto il mese d settembre – sono comparsi nei manifesti senza i simboli di Partito. Solo da qualche giorno – e alcuni addirittura non l’hanno ancora fatto – è comparsa la loro faccia con accanto il simbolo del Partito che hanno scelto in ‘zona Cesarini’.

“Prendiamo il caso di Paolo Ruggirello – osserva ancora Cristaldi – avrebbe potuto candidarsi con il partito dei Siciliani di Lombardo, con Futuro e libertà, con Grande Sud, con il Pdl. Ha deciso all’ultimo minuto”.

– Chiediamo: alla fine ‘sto Ruggirello con chi si è candidato? Sa, nemmeno noi l’abbiamo capito…

“Si è candidato nella lista Musumeci. Ma non è questo il punto. Il punto è che si passa da un Partito all’altro, da uno schieramento politico all’altro così. Insomma, in questa politica siciliana non ci sono più progetti, ma solo soggetti”.

– Se è così la prossima Assemblea regionale siciliana sarà ingovernabile…

“Su questo non ci sono dubbi. L’ingovernabilità del futuro Parlamento siciliano è già nelle cose”.

– Domanda a ‘botta di sangue’: secondo lei chi le vince queste elezioni?

“La risposta è difficile, molto difficile. Tutti danno favorito Nello Musumeci. D’accordo, è un buon candidato. Ma io non la vedo facile. Anzi. Ripeto: nel Pdl siciliano ci sono troppe frizioni, troppi problemi irrisolti. Se Musumeci non affronta e risolve questi problemi rischia di perdere”.

– Chi sono i candidati forti?

“Direi che sono due: Musumeci e Rosario Crocetta”.

– E gli altri? Claudo Fava, Gianfranco Miccichè…

“Miccichè non è della partita. Ha messo su liste troppo deboli. In certe province addirittura mortificanti. Ripeto: la partita è tra Musumeci e Crocetta. Ma Musumeci rischia grosso”.

– Perché?

“Perché lo schieramento politico che lo sostiene è vasto. E ci sono visioni diverse che, fino ad oggi, non hanno trovato una sintesi politica. Serve un programma collegiale. E fino ad oggi non c’è. Per questo Musumeci rischia di perdere”.

– A questo punto diciamo qualche parola sul Senatore D’Alì, anche per non ignorarlo….

“Il Senatore D’Alì farebbe bene ad occuparsi delle sue vicende personali. Lasciando il campo ai giovani e, in generale, a chi è veramente collegato con la società civile”.

– Cosa vorrebbe dire agli elettori siciliani?

“Agli elettori siciliani dico: andate a votare, fate valere questo vostro importantissimo diritto. Pensare di combattere la cattiva politica con l’astensione è una tragica illusione. Bisogna andare a votare scegliendo il migliore candidato per rinnovare la politica siciliana e i Partiti”.

 


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