Perché è stata commissariata la Kore di Enna «Non risultano attività a sostegno dell’ateneo»

Per la Prefettura di Enna la fondazione Kore è poco più che una scatola vuota, con una situazione patrimoniale deficitaria e non sufficiente per perseguire la missione contenuta nel suo statuto, cioè il sostegno dell’università. Ma la bocciatura non riguarda solo le capacità future, ma affonda negli anni passati. Parlando della proposta di modifica allo statuto avanzata dalla stessa fondazione, la Prefettura definisce gli scopi indicati uguali a quelli contenuti nello statuto originario, quello del 2004, «per il conseguimento dei quali, ad oggi, non risulta dimostrata alcuna attività concreta». Sono parole durissime quelle scritte dalla viceprefetta vicaria, Tania Giallongo, per motivare il commissariamento della Fondazione. Un provvedimento senza precedenti che arriva mentre è ancora in corso un’indagine per malversazione da parte della Procura che vede indagati Cataldo Salerno, ex presidente della Fondazione e attuale presidente dell’università Kore, Mirello Crisafulli, Michele Galvagno, Carmelo Tumino ed Edoardo Leanza (attuale presidente della Fondazione); Gaetano Rabbito, presidente del collegio dei revisori, e i componenti del collegio Nicolò Treccarichi e Alessandro Lentini. Mentre qualche giorno fa il Tribunale del Riesame, dando ragione alla Fondazione, ha annullato il sequestro del conto corrente dell’ente. 

Ma la battaglia è destinata a prolungarsi. «Il commissariamento è un provvedimento strano – ribatte Cataldo Salerno – non è chiaro chi lo abbia materialmente scritto e chi siano coloro che lo hanno determinato effettivamente». Il riferimento, nemmeno troppo velato, è all’ex prefetto di Enna, Fernando Guida. È stato lui, prima di essere trasferito a Isernia dopo due anni di attività nel capoluogo siciliano, ad avviare l’iter che ha portato allo scioglimento del consiglio di amministrazione della fondazione e all’allontamento del suo presidente. Prenderanno il loro posto per sei mesi tre commissari: la prefetta Francesca Adelaide Garufi, i professori Carlo Colapietro, Angelo Paletta. «Questo provvedimento – continua Salerno – è stato scritto tre mesi fa dall’ex prefetto ed è rimasto immutato nonostante l’intervenuta decisione del tribunale del Riesame che ha completamente smontato i presupposti su cui si fondava». La Procura nei mesi scorsi aveva chiesto e ottenuto il sequestro del conto corrente della Fondazione Kore, ipotizzando malversazione nell’uso di un milione di euro che il Comune di Enna aveva destinato all’università ma che sarebbe rimasto nel conto corrente della Fondazione e usato per coprirne i costi di gestione. I giudici del Riesame hanno capovolto questa impostazione. Per prima cosa spiegano quali erano le finalità dello stanziamento di un milione approvato dal consiglio comunale nel 2004: prendere parte alla fondazione per costituire l’università, e impegnare l’amministrazione a compiere i passi istituzionali necessari per aderire alla Fondazione. In realtà, il finanziamento diventa concreto solo nel 2012 e a quel punto, sottolineano i giudici, «il primo obiettivo – cioè la costituzione dell’università – era già stato raggiunto dalla fondazione senza i soldi del Comune». Il Riesame sostiene quindi che non c’è deviazione delle risorse, che finiscono per coprire spese anticipate dal privato, in mancanza di un finanziamento tempestivo del pubblico. Sulla seconda finalità, cioè l’ingresso nel comune nel cda della Fondazione, il Riesame sostiene che spettava allo stesso Comune intraprendere i passaggi istituzionali necessari.

«Siamo rimasti stupiti dal fatto che in prefettura non abbiano minimamente tenuto conto delle decisioni dei giudici – sottolinea Salerno -, mi sarei aspettato più attenzione a principi legalità non dettati da istinti o desideri personali, ma dal sistema giuridico. Invece la prefettura ha proceduto a muso duro, basandosi solo sull’informativa della Finanza, assunta come propria dalla Procura, e totalmente demolita dal Riesame». Quali siano i desideri personali a cui fa riferimento, Salerno non vuole dirlo. «Bisogna cercare nelle ragioni che hanno determinato il trasferimento improvviso dell’ex prefetto nella più piccola provincia italiana». In tanti hanno visto nell’allontanamento di Guida – che ha dichiarato guerra anche alla fondazione Proserpina e ai corsi di medicina in lingua rumena – una punizione. Al punto che il procuratore generale della corte d’Appello di Caltanissetta, Sergio Lari, ha parlato esplicitamente di «uno sfregio al tessuto vivo di questo territorio»

Il decreto di commissariamento, in ogni caso, va oltre il caso il sequestro del conto corrente della Fondazione, poi annullato. L’occasione per andare a fondo è la richiesta di modifica da parte della stessa Fondazione del suo statuto, presentata il 4 dicembre. La Prefettura, nelle sue funzioni di vigilanza, asserisce che «la fondazione non è riuscita a realizzare lo scopo di assicurare le risorse necessarie a garantire il fuinzionamento dell’ateneo»; che «non ha mai erogato borse di studio» (ma la fondazione replica che spetta all’Ersu ndr); e che l’università Kore ha acquisito un’autonomia finanziaria che rende inutile l’esistenza dell’omonima fondazione. Infine, andando a spulciare i bilanci degli ultimi anni, conclude che «la consistenza patrimoniale rappresenta uno dei requisiti indispensabili per vita dell’ente e il suo venir meno comporta l’impossibilità di conseguire gli scopi per cui la fondazione è stata costituita».


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La Prefettura ha sciolto il cda della Fondazione, accusata di non aver perseguito gli scopi per cui è nata e di versare in una condizione economica che rende impossibile invertire la rotta. «Questo provvedimento - ribatte Cataldo Salerno - è stato scritto tre mesi fa dall'ex prefetto ed è rimasto immutato»

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