I giudici del tribunale di Palermo, presieduti da Franco Messina, hanno dichiarato prescritta l’accusa di peculato nei confronti del vescovo emerito Francesco Miccichè che, per un’altra ipotesi relativa allo stesso reato, è stato invece assolto. La procura aveva chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi. Secondo l’accusa il vescovo avrebbe fatto dirottare più di 400mila euro […]
Peculato, prescritto e assolto l’ex vescovo di Trapani Francesco Miccichè
I giudici del tribunale di Palermo, presieduti da Franco Messina, hanno dichiarato prescritta l’accusa di peculato nei confronti del vescovo emerito Francesco Miccichè che, per un’altra ipotesi relativa allo stesso reato, è stato invece assolto. La procura aveva chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi. Secondo l’accusa il vescovo avrebbe fatto dirottare più di 400mila euro dell’8 per mille della Chiesa Cattolica in un conto corrente della diocesi di Trapani, a cui accedeva senza la necessità di rendicontazione. Gli episodi contestati coprono un periodo che va dal 2007 al 2012.
Nel 2019 i pm avevano chiesto il rinvio a giudizio perché il vescovo di Trapani avrebbe sottratto questi fondi. Le indagini erano state condotte dalla guardia di finanza che aveva aperto il Caso Curia. Nel 2012 monsignor Miccichè venne rimosso da Papa Ratzinger dopo l’ispezione eseguita dal visitatore apostolico, l’allora vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, e dopo l’indagine condotta dalla guardia di finanza. Per il reato di peculato relativo ad un prelievo di duemila euro avvenuto nel 2012 è arrivata l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Per i fatti più vecchi è intervenuta la prescrizione. La diocesi di Trapani si era costituita parte civile nel giudizio.