PD siciliano: Raciti aprirà alla società civile o finirà di affossare il Partito? Incalzerà Crocetta o lo asseconderà

IL NUOVO SEGRETARIO HA VINTO GRAZIE AGLI APPARATI NAZIONALI E LOCALI. ORA SI TRATTA DI CAPIRE SE RIUSCIRA’ A LIBERARSI DAI CONDIZIONAMENTI DI CHI LO HA ELETTO. E SE RIUSCIRA’ CONCRETAMENTE A IMPRIMERE UNA SVOLTA NEL GOVERNO DELLA SICILIA

di Carmelo Raffa

Fausto Raciti da oggi è il nuovo segretario regionale del Partito Democratico. E’ stato imposto quale candidato dai compromesso romano Renzi-Cuperlo su proposta dei massimi big siciliani con in testa Mirello Crisafulli e Davide Faraone. Ha vinto, come giustamente ha osservato Antonella Monastra, grazie al sostegno degli apparati.

I risultati elettorali conseguiti dal giovane Raciti possono rappresentare una soddisfazione per il neo eletto, ma certamente una forte delusione per coloro che l’hanno sostenuto, a cominciare dal ‘capo’ dei renziani in Sicilia, il già citato Faraone.

Giuseppe Lupo con la sua candidatura ha dimostrato di avere il massimo coraggio e ne è uscito a testa alta, raccogliendo circa 25.000 voti pari ad un terzo di coloro che hanno espresso il voto. Ciò significa di avere ottenuto la fiducia degli elettori che aveva dato il voto a Renzi l’8 dicembre.

La bassissima partecipazione al voto non solo deve fare riflettere il neo segretario ed i dirigenti del Partito, ma anche il segretario nazionale, Matteo Renzi. Infatti si sono recati ai gazebo 73.631 elettori ed elettrici contro i 113.575 dell’8 dicembre. Sicuramente ed in piccola parte avrà influito il messaggio demenziale di tanti racitiani che invitavano solo gli iscritti al Partito a recarsi alle urne.

Addirittura ieri abbiamo letto su facebook un post di Liliana Billitteri, esponente dell’area cuperliana, che così recitava: “Lo dico con chiarezza: se fossi stata presidente di seggio a piazza Don Bosco, Leoluca Orlando non avrebbe votato!”.

Ora ci chiediamo se Raciti vuole rilanciare il Partito con questi metodi o se, passate le beghe interne e rendendosi conto della realtà vera e togliendosi la palla al piede dei vecchi apparati, che lo vorrebbero condizionare e strumentalizzare pesantemente, intraprenda un nuovo modo di fare politica chiedendo a tutte le componenti interne il massimo sostegno ed aprendosi alla società civile ed ai Movimenti che hanno dichiarato la propria vicinanza al PD.

Raciti si ricordi che alle ultime regionali il PD ha fatto vincere Rosario Crocetta, ma aveva conseguito appena il 13,40% oltre al 6,20% della lista Crocetta. Non sono dati entusiasmanti se si considera che l’altro Partito alleato l’UDC (10,80% alle regionali) è ritornato nell’orbita berlusconiana.

Il PD, in Sicilia, è in crisi. Serve un cambiamento profondo di programmi e di metodi. Il vero problema è che i giochi e le beghe di ‘Palazzo’ dei vari Faraone, Cracolici, Lumia e Crisafulli – che hanno appannato e appannano l’immagine di questo Partito – hanno determinato l’elezione di Raciti.

Adesso bisognerà capire come si muoverà il nuovo segretario regionale. I tanti elettori di sinistra che non si sono recati ai gazebo hanno dimostrato di non fidarsi molto di questo PD siciliano. In parte continuano a votarlo, ma si aspettano cambiamenti sostanziali.

I veri problemi della Sicilia sono rappresentanti dalla disoccupazione e dalla povertà in spaventosa crescita. serve una politica per il rilancio della produttività e dell’occupazione. Se non ci sarà una svolta in questa direzione, alle prossime elezioni il PD siciliano continuerà ad avere una percentuale di voti irrilevante nel contesto nazionale.

Ci si attende anche una svolta radicale rispetto ai deludenti risultati ottenuti in oltre un anno dal Governo regionale di Rosario Crocetta. la vittoria del 2012 è stata un’occasione unica nella storia della Sinistra siciliana. Ma, fino ad ora, quest’occasione è stata sciupata.

Un suggerimento a Raciti: non vada da Crocetta soltanto per ossequiarlo e ringraziarlo, ma pretenda una collaborazione reciproca che sia improntata sulla concretezza e non sui futili proclami giornalieri.

 


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