Dall'alba di oggi i carabinieri paternesi hanno in consegna A.G., 57enne professore del conservatorio di Palermo e originario di Belpasso. L'uomo - che si è avvalso della facoltà di non rispondere - avrebbe aggredito con un coltello il 66enne Natale Pedalino a causa di una contrattazione fallita. Esclusa la pista della criminalità organizzata. Guarda il video
Paternò, svolta in indagini su omicidio Pedalino Fermato un insegnante, delitto per prezzo olive
Sarebbe il 57enne A.G.,
insegnante del conservatorio di Palermo, originario di Belpasso, l’assassino del 66enne disoccupato Natale Antonio Pedalino. Le indagini delle forze dell’ordine si erano concentrate da subito su una sola persona, che nella tarda serata di ieri era stata portata al comando dei carabinieri per essere interrogata. Questa mattina all’alba sarebbe stato confermato il fermo, con l’accusa di omicidio, per il belpassese. Secondo gli investigatori, i due uomini si sarebbero visti in contrada Cotoniera per trattare la ripartizione dell’olio ricavato dall’uliveto del fermato. Il mancato accordo sarebbe il movente del delitto. Nel corso dell’interrogatorio, avvenuto all’interno della caserma di Paternò, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il delitto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica. Il corpo di Natale Pedalino porta i segni di 30 coltellate all’addome e al torace. Il cadavere – ritrovato dai carabinieri grazie a una telefonata anonima – era stato abbandonato sul ciglio di una strada di campagna. Sulle mani i segni delle ferite, a indicare che la vittima aveva tentato di difendersi dal suo aggressore. La lite sarebbe scaturita da una questione commerciale: il 57enne, concertista al conservatorio di Palermo, ha un’abitazione con terreni a Belpasso. Parte di questi è adibita a uliveto. Il rapporto con la vittima sarebbe nato per curare la raccolta delle olive.
I due uomini si sono incontrati alle 16.45 circa in
piazza Purgatorio, a Paternò. Da dove si sono spostati a bordo dell’auto dell’insegnante, un fuoristrada Subaru Forester. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la lite sarebbe nata all’interno della vettura e degenerata nell’accoltellamento solo all’esterno. Non è stata rinvenuta l’arma utilizzata, che si presume essere un coltello. Sin dal primo momento era stata esclusa la pista della criminalità organizzata. Cosa che è stata confermata questa mattina. Determinanti per risalire ad A.G. sono state la testimonianza della moglie di Pedalino – che avrebbe informato le forze dell’ordine dell’appuntamento tra i due uomini -, e le tracce di sangue trovate sulla vettura di proprietà del 57enne, che i Ris di Messina hanno ricondotto alla vittima.
La famiglia di Natale Pedalino era già colpita da un fatto di sangue. Era il
2011 quando la prima moglie del 66enne, Santa Puglisi, è stata assassinata dalla compagna del figlio. Condannata in primo grado, con rito abbreviato, a 16 anni di reclusione. Anche in quel caso, il delitto era stato compiuto con un coltello per motivi futili: all’origine della violenza ci sarebbe stato un diverbio di natura domestica, consumato tra le mura di una casa in Piemonte, a Granozzo con Monticello.