Paternò, sparò contro la casa del compagno della ex Dai domiciliari al carcere il nipote del boss Alleruzzo

Era uscito da poco dal carcere, grazie a una sentenza della Cassazione, ma ieri il giudice per le indagini preliminari di Catania ha stabilito che Giuseppe Reitano, 30enne di Paternò, dovrà andare in carcere per aver sparato quattro colpi di pistola contro il portone d’ingresso dell’abitazione del nuovo compagno dell’ex moglie. L’accusa, secondo i magistrati, è di detenzione e porto abusivo di armi nonché accensioni ed esplosioni pericolose

I fatti risalgono al 19 dicembre. Da quanto ricostruito dai carabinieri, Reitano, uscito da qualche mese dal carcere in quanto accusato di tentato omicidio commesso nel febbraio del 2013, non avrebbe gradito la nuova relazione amorosa dell’ex compagna. Quella sera, secondo gli uomini dell’Arma, Reitano si sarebbe presentato a casa del rivale, una prima volta con una mazza e, non trovandolo, sarebbe ritornato poco dopo sparando contro il portone. Non è del tutto chiaro se la vittima fosse in casa oppure no. I militari hanno rivenuto sul posto quattro bossoli calibro 9×19 e, grazie alle analisi di alcune immagini registrate dalle telecamere di sicurezza attive in zona, hanno consentito di dare un volto all’autore dell’evento.

Nel 2013 invece, lo stesso uomo, fu condannato per il tentato omicidio di un cittadino marocchino che avrebbe fatto degli apprezzamenti nei confronti dell’allora convivente. Seconda la ricostruzione degli inquirenti Reitano, armato di una pistola semiautomatica calibro 6,35 esplose almeno cinque colpi di arma da fuoco all’indirizzo del nordafricano in via Risorgimento. L’uomo, che riuscì a fuggire, fu raggiunto da tre colpi alle braccia e al mento. Reitano scappò ma si presentò cinque giorni dopo nella caserma di piazza della Regione. Per quel fatto il nipote di Alleruzzo fu condannato in primo grado a otto anni di carcere. Annullati poi in Cassazione per alcune lacune. La madre di Giuseppe Reitano era la figlia del boss Giuseppe Alleruzzo, scomparsa nel giugno del 1995 e ritrovata cadavere tre anni dopo all’interno di un pozzo profondo oltre quaranta metri in contrada Stella a Paternò.


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