Giuseppe Rapisarda lascia il vertice dell'Azienda municipalizzata acquedotto con una lettera in cui si raccontano le pressioni subite dall'amministrazione comunale. «È impossibile continuare in un clima di serena e produttiva collaborazione», si legge nel documento. E Anthony Distefano attacca la giunta
Paternò, sindaco chiede dimissioni presidente Ama Opposizione: «Acqua trattata come tema di baratto»
Le dimissioni di Giuseppe Rapisarda, presidente dell’Ama (Azienda municipalizzata acquedotto), hanno provocato le prime scintille tra maggioranza e opposizione, a Paternò. Protocollate da Rapisarda su «pressioni» esercitate dall’amministrazione comunale guidata da Nino Naso, hanno fatto scaldare gli animi al punto da fare superare i toni di un galateo politico fino ad adesso vigente tra le diverse forze politiche rappresentate in Consiglio comunale. Il politico Anthony Distefano, ex candidato sindaco, parla a nome dell’opposizione (Rialzati Paternò, Paternò 2.0 e Forza Italia) di una spartizione di poltrone: «L’Ama è argomento serio e non può essere baratto politico promesso in campagna elettorale». D’altronde è lo stesso ex vertice della municipalizzata (nominato durante la giunta guidata da Mauro Mangano) che parla dell’ingerenza della politica: «C’è stata una richiesta di dimissioni fatta pervenire da parte del sindaco di Paternò – si legge nel documento, da cui deriverebbe – l’impossibilità di continuare nelle funzioni di amministratore dell’Ama in un clima di serena e produttiva collaborazione».
Nella sua missiva Rapisarda fa un cenno al lavoro svolto in questi anni e agli interventi fatti in società, come «l’eliminazione del minimo impegnato, la successiva rimodulazione delle tariffe, la stesura di un piano di interventi, le misure interne di contenimento dei costi che hanno consentito di mettere in sicurezza i conti aziendali e avviare un circuito tendente a rendere più efficiente la situazione finanziaria complessiva, migliorando altresì l’equità di trattamento degli utenti». Durante la presidenza Rapisarda, sostiene il diretto interessato, si sarebbe avuto un enorme successo nel «recupero delle morosità» che avrebbe consentito all’Ama di incassare somme pregresse e l’avvio di attività efficaci attraverso «l’attivazione di procedure di riscossione coatta mediante la stipula di una convenzione con una società abilitata. Al tempo stesso si è operato, nei vari esercizi, nella direzione di ripulire i bilanci dai crediti ritenuti ormai inesigibili, in ossequio ai principi di trasparenza e veridicità dei conti aziendali».
A evidenziare il lavoro svolto dall’ex presidente è Anthony Distefano che parla di richiesta di dimissioni «immotivata e fuori luogo. Le dimissioni del presidente dell’Ama, giunte nonostante la scadenza naturale del mandato fosse quella del prossimo anno, rendono bene l’idea del clima di spartizione che si respira tra i corridoi del palazzo comunale. Fuori dagli schemi della vecchia politica, ci attendiamo quantomeno la nomina di un manager capace di raccogliere le sfide strutturali che riguardano l’Azienda stessa senza clientelismo e giochi di potere. Nel rispetto della città e del bene pubblico». Sulla questione, MeridioNews ha sentito il vicesindaco Ezio Mannino che critica l’opposizione parlando dell’avvio «di un processo alle intenzioni. Non c’è stata e non ci sarà alcuna spartizione, non è nel dna di questa amministrazione.Questo è un modo di agire della vecchia politica non nostro. Abbiamo apprezzato il lavoro svolto dal presidente Rapisarda, il quale avendo compreso che è venuto meno quel rapporto fiduciario ha rimesso il suo mandato al sindaco. Adesso andremo alla ricerca di una figura professionalmente in grado di amministrare e gestire la cosa pubblica, che lavori in stretta sinergia con l’amministrazione, condividendone programma e percorsi amministrativi».