La denuncia è di Alessadro Pappalardo. La madre dell'uomo, un'anziana di 83 anni è stata mandata via a causa della mancanza di posti letto e barelle. La situazione dell'ospedale Santissimo Salvatore è sempre più delicata, tra lunghe attese e medici sotto stress. «Faremo inchiesta interna», replica il direttore sanitario
Paternò, medico si rifiuta di visitare anziana Al pronto soccorso «personale sotto stress»
«Sono molto indignato per il metodo non professionale tenuto dal medico del pronto soccorso. Mi ha chiuso la porta in faccia soltanto perché chiedevo spiegazioni sullo stato di salute di mia madre. O chiudono l’ospedale oppure mettono del personale che effettivamente ama il proprio lavoro». Si tratta dell’amaro sfogo di Alessandro Pappalardo, 41 anni, operaio edile di Paternò. L’uomo ieri mattina ha avuto a che fare con i disagi nella sanità dovuti ai continui tagli che i governi nazionale e regionali hanno deciso nel settore. A soffrirne, oltre ai pazienti, è anche il personale medico e paramedico dei pronto soccorso.
«Mia madre di 83 anni era alla casa di ospitalità Salvatore Bellia – spiega Pappalardo – dopo aver iniziato a vomitare gli infermieri hanno allertato un ambulanza del 118, che l’ha trasportata al pronto soccorso del Santissimo Salvatore; dove il medico senza visitarla ha detto al personale dell’ambulanza di portarla via in un’altra struttura a Biancavilla o Catania, questo perché – prosegue – non c’erano posti letto, barelle o lettighe». La signora in questione intanto continuava a stare male, mentre i familiari preoccupati hanno chiesto con insistenza l’intervento del medico di turno. «Il dottore è andato dentro la medicheria, dicendo ad alta voce di chiamare i carabinieri perché si sarebbe sentito minacciato – continua il familiare -. Ha trattato mia madre come un animale senza nemmeno un controllo».
A questo punto il medico del 118 si è consultato con il collega del pronto soccorso ed è stato deciso il trasferimento a Biancavilla. La situazione nel vicino Comune però non è stata diversa: «Dopo ore in attesa è stata visitata, e le è stato diagnosticata una intossicazione da farmaci. Nel pomeriggio è stata dimessa e rimandata alla casa di ospitalità». I carabinieri di Paternò effettivamente sono andati al pronto soccorso a constatare cosa fosse successo. Si sarebbe trattato di una situazione ormai diventata all’ordine del giorno, con medici e infermieri sotto stress e familiari dei pazienti spazientiti dalle lunghe attese.
Nel pomeriggio di ieri abbiamo trascorso quasi quattro ore al pronto soccorso di Paternò; appurando che le due stanze dell’astanteria hanno complessivamente dieci posti letto quando ne dovrebbero accogliere soltanto sei. Tre barelle con altrettanti pazienti erano posizionate nel corridoio; nell’androne d’ingresso del pronto soccorso circa 25 pazienti in attesa. E ancora altre tre barelle con malati coricati sopra in attesa di essere visitati. Sempre nella stessa stanza altri uomini con le flebo appese in attesa di completare la fisiologica.
«Di sicuro apriremo un’inchiesta interna. Il medico di turno, forse stanco e osservando la presenza di tanti paziente ha esagerato – replica a MeridioNews Giuseppe Spampinato, direttore sanitario del Distretto Sanitario CT2 -. Aveva inviato un fax alla prefettura di Catania e al responsabile del 118 in cui li invitava a non inviare più ambulanze con pazienti perché tutti i posti erano pieni ma non è assolutamente così e nel pomeriggio abbiamo nuovamente ricontattato la prefettura e il 118, assicurandoli che l’attività al pronto soccorso non si è mai bloccata e che prosegue regolarmente. Quindi ci tengo a tranquillizzare tutti», conclude.