La questione dell’ospedale di Paternò torna al centro dell’agenda politica. Proprio ieri il direttore generale dell’Asp di Catania Giuseppe Giammanco ha incontrato il sindaco di Paternò, Mauro Mangano. Il faccia a faccia, richiesto dal primo cittadino paternese, si è tenuto nella sede dell’Asp etnea. Presenti anche i direttori amministrativo e sanitario dell’azienda sanitaria provinciale, Daniela Faraoni e Franco Luca, e il direttore sanitario del distretto CT2 dell’Asp Giuseppe Spampinato. Al centro dell’incontro la discussione relativa alla eventuale soppressione del pronto soccorso del Santissimo Salvatore di Paternò. Come previsto nella bozza del piano di riordino della sanità siciliana.
Secondo il progetto di rete ospedaliera, il reparto d’urgenza avrebbe numeri, in tema di accessi, inferiori a 20 mila prestazioni. Per questo motivo, tenendo conto del decreto Balduzzi ( che salva le realtà che superano i 20 mila accessi), quello di Paternò dovrebbe chiudere a breve. «Niente di più falso – hanno affermato i componenti del Comitato pro ospedale – numeri alla mano, il nostro pronto soccorso annualmente ha circa 30 mila accessi. Nel 2015 ha raggiunto addirittura 29.850 prestazioni». Rassicurante Giuseppe Giammanco che ha escluso la chiusura dalle ipotesi possibili per il futuro. «Abbiamo segnalato in assessorato la presenza di alcuni errori nei documenti fornitici – ha affermato il direttore generale – Abbiamo fornito il numero reale e la conseguente chiara evidenza del servizio che svolge per il territorio».
A tal proposito il Comitato pro ospedale aveva presentato una denuncia penale contro ignoti proprio la scorsa settimana. Per quanto riguarda invece i lavori in corso nell’ospedale, durante l’incontro è stata evidenziata la necessità di una revisione progettuale dei lavori precedentemente programmati. Su questo aspetto il sindaco Mauro Mangano ha precisato che è necessario «reperire ulteriori risorse affinché i lavori che si effettueranno risultino davvero risolutivi e non siano un altro spreco, ampliando il budget già assegnato per l’ospedale di Paternò».
A spiegare il perché del mancato avvio dei lavori il direttore sanitario Giuseppe Spampinato: «L’Asp sta lavorando ad alcuni progetti che riguardano l’ospedale paternese, ma allo stato attuale non possiamo agire in quanto sono in corso due procedimenti giudiziari, uno civile e l’altro penale che pendono sui lavori». Nel dettaglio, Spampinato fa riferimento all’intervento di adeguamento sismico, che ha ricevuto finanziamenti per dieci milioni di euro, e che avrebbe dovuto interessare il corpo centrale del presidio sanitario. Lavori partiti nel 2006 per qualche settimana, poi sospesi e successivamente bloccati definitivamente, per la presenza di errori nel progetto originale.
La causa civile riguarda invece la ditta Lo Re di Paternò che aveva vinto l’appalto e che ha chiesto il risarcimento dei danni all’Asp etnea. Durante l’incontro con Giammanco il sindaco Mangano ha chiesto infine l’immediato intervento di implementazione di alcuni servizi esistenti, riscontrando l’ampia disponibilità della direzione aziendale a potenziare i servizi di Oculistica e di Diabetologia, oltre che il servizio trasfusionale, già accreditato e in attività per i prossimi tre anni.
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