Il 26enne dovrà scontare la pena di quattro anni e otto mesi di reclusione poiché ritenuto colpevole di estorsione continuata con l'aggravante del metodo mafioso commessa a Paternò in occasione di una festa scolastica organizzata in un locale privato. Raggiunto dai carabinieri, adesso si trova al carcere di Bicocca
Paternò, finisce in carcere Domenico Assinnata In Cassazione confermata condanna estorsione
Finisce in carcere Domenico Assinnata, giovane nipote di Domenico e figlio di Turi del gruppo degli Assinnata vicino ai Santapaola di Catania, e già ai domiciliari per droga. Il giovane è stato arrestato la notte scorsa dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Paternò, i quali hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso del tribunale di Catania. Il 26enne dovrà scontare la pena di quattro anni e otto mesi di reclusione, a seguito della sentenza emessa dalla corte d’appello etnea, divenuta definitiva in Cassazione, poiché ritenuto colpevole di estorsione continuata con l’aggravante del metodo mafioso commessa a Paternò fino al 2011.
Domenico Assinnata, in quell’anno, avrebbe minacciato e poi estorto agli organizzatori di una festa scolastica in un locale alcuni biglietti. Dalle indagini, nello specifico, Assinnata si sarebbe presentato agli organizzatori qualche mese prima del giorno in cui era stata fissata la festa, facendo inequivocabili richieste. Così, la sera dell’evento ci sarebbe stato all’ingresso del locale una lite tra i promotori e lo stesso Assinnata, quest’ultimo forse accompagnato da altre persone. La conseguenza è la denuncia ai danni di Assinnata il quale prima è stato fermato e poi rimesso in libertà, fino a quando nel 2013 è arrivata la condanna in primo grado a quattro anni e otto mesi, confermata in Appello nel 2015 e in Cassazione lo scorso nove febbraio.
Il 26enne adesso si trova nel carcere di Bicocca. Domenico Assinnata è passato agli onori della cronaca nazionale quando il 2 dicembre del 2015 , in occasione delle festività di Santa Barbara, si è reso protagonista del doppio inchino dinanzi all’abitazione degli Assinnata da parte di due cerei legati alle feste patronali, il tutto accompagnato da una improvvisata banda musicale che ha intonato le musiche tratte dal film Il Padrino. A seguito dell’episodio, i militari dell’arma avevano notificato ai comitati organizzativi dei cerei dei dipendenti comunali e degli ortolani il divieto di partecipare alla manifestazione religiosa nei giorni successivi. La vicenda è stata discussa dalla commissione regionale Antimafia nell’aprile scorso in una trasferta a Catania.
Lo scorso settembre Domenico Assinnata era stato arrestato dai carabinieri della locale compagnia perché, secondo gli inquirenti, aveva nascosto nelle aiuole vicine alla propria abitazione una busta contenente 208 grammi di marijuana, suddivisa in 111 dosi, confezionate e pronte per essere smerciate. Il gip aveva convalidato l’arresto del giovane, predisponendo domiciliari e ammettendolo a un programma di disintossicazione presso il Sert: la droga trovata, secondo la tesi della difesa, serviva solo per uso personale.