Dodici membri, in carica nella legislatura di Mauro Mangano sindaco, esigono che l'ente li risarcisca del dieci per cento che ritengono sia stato loro sottratto in modo illegittimo. Dall'attuale amministrazione assicurano che stanno già costatando quanto previsto dalla legge prima di calcolare l'eventuale somma dovuta
Paternò, ex consiglieri chiedono rimborso dei gettoni Nel 2007 delibera di giunta ne aveva ridotto l’importo
Dodici ex consiglieri comunali di Paternò chiedono il pagamento del loro compenso relativo agli ultimi mesi della precedente consiliatura. In carica nella legislatura con Mauro Mangano sindaco, attraverso il proprio legale Mario Fallica, hanno messo in mora il Comune. Lorenzo Arcoria, Salvatore Campisano, Salvatore Comis, Filippo Condorelli, Lucio Cunsolo, Ivan Furnari, Ezio Messina, Francesco Rinina, Sergio Signorello, Marco Tripoli, Nino Valore e Alfio Virgolini. Sono loro i dodici che esigono che l’ente comunale li risarcisca del dieci per cento delle somme relative al periodo che va da 2012 al 2017, ritenendo sia stato sottratto in modo illegittimo.
Nei cinque anni in questione, dai gettoni degli ex consiglieri sarebbe stata decurtata una somma pari al 20 per cento invece che al dieci per cento come previsto dalla normativa vigente. Stando a quanto affermano i richiedenti, l’ulteriore riduzione sarebbe stata dovuta a una mozione – divenuta poi delibera consiliare – votata dai consigliere comunali eletti nell’anno 2007 durante il secondo mandato del primo cittadino Pippo Failla. In quella circostanza, la giunta comunale guidata dall’ex esponente di Alleanza nazionale si ridusse del 20 per cento le indennità e i componenti del civico consesso di allora diminuirono del dieci per cento il loro compenso da consiglieri.
Gli effetti di quella delibera sarebbero però cessati con la fine del secondo mandato dell’ex primo cittadino Failla e non avrebbero, dunque, dovuto trovare applicazione nel successivo consiglio comunale. Infatti, si legge nella diffida inviata al Comune di Paternò che «la decurtazione dell’ulteriore dieci per cento lordo non è stata giustificata dall’amministrazione comunale in alcun modo essendosi trincerata dietro la laconica locuzione “secondo quanto liquidato dall’ente non risulta che gli stessi abbiano recepito somme inferiori a quelle previste e dovute per legge». Inoltre, secondo l’avvocato Fallica l’amministrazione comunale «non ha dato prova del pagamento delle ritenute fiscali sulle somme indebitamente trattenute». In conclusione della diffida si fa riferimento al fatto che in caso di mancato riscontro «si agirà per il recupero coattivo del credito nei confronti dei richiedenti».
Dagli uffici comunali non è ancora stato possibile accertare a quanto ammonterebbe complessivamente il rimborso da liquidare agli ex consiglieri comunali. Un conteggio potrebbe essere fatto solo in seguito a un incontro tra le parti. Infatti, già durante lo scorso mese di luglio l’avvocato Fallica aveva inoltrato una prima richiesta ma senza ottenere alcuna risposta. Lo scorso 17 novembre, il legale aveva presentato una seconda richiesta di chiarimenti sulla vicenda rimasta anche questa senza riscontro. Si è proceduto così alla diffida e costituzione in mora che produce l’obbligo di risarcire i danni derivanti dall’inadempimento o dal ritardo e l’aggravamento del rischio per il debitore.
«Al momento, nessuno degli ex consiglieri vuole rilasciare dichiarazioni in merito». A ribadirlo a MeridioNews è proprio uno dei dodici ex membri del civico consesso di Paternò, Alfio Virgolini. «Abbiamo già chiesto all’ufficio legale a al primo settore Affari generali – precisa il vicesindaco Ezio Mannino – di verificare se la richiesta è legittima o meno. Al di là delle scelte politiche – conclude – è nostro dovere constatare se, dal punto di vista normativo, è giusto ciò che sostengono gli ex consiglieri oppure no. Per il momento comunque, l’eventuale somma da risarcire non è quantificabile».