Paternò, contrada Pietralunga e la scoperta archeologica «Area di valore ambientale e geologico lasciata all’incuria»

L’infrastruttura portuale venuta alla luce nei mesi scorsi nei pressi del fiume Simeto in contrada Pietralunga, non distante dall’omonimo ponte, in territorio di Paternò, sembra che non susciti la dovuta attenzione da parte delle autorità competenti. Prova a tenere alta l’attenzione il presidio partecipativo del Patto del fiume Simeto, il quale, attraverso il suo presidente David Mascali, ha sollecitato la Città Metropolitana di Catania, il comune di Paternò, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania e il Genio Civile del capoluogo etneo ad attivare tutte le procedure amministrative e tecniche, per tutelare «quanto la natura ci ha restituito – sostiene Mascali – mettendo in luce un’importante testimonianza della nostra storia. L’area di Pietralunga è infatti rinomata in letteratura per la sua valenza archeologica, oltre che ambientale e geologica». 

L’approdo portuale scoperto dal geologo Orazio Caruso potrebbe essere, a seguito di un sopralluogo della soprintendenza ai beni culturali di Catania e del Genio Civile, una banchina di approdo per le imbarcazioni. «Una banchina utilizzata sino agli anni 1950 – 1955, periodo in cui il fiume Simeto era ancora navigabile da maggio a ottobre – prosegue Mascali – Riteniamo l’accaduto, un fatto di rilevanza straordinaria per il nostro territorio, tanto per l’importanza storica del manufatto rinvenuto quanto per le modalità con cui è stato rinvenuto, rappresentando entrambe il segnale di quanto questa valle sia ricca di beni materiali e di competenze e risorse umane che con tanto impegno cerchiamo di valorizzare da anni in processi di tutela e valorizzazione partecipata del territorio tra cittadini e istituzioni – aggiunge – che oggi, peraltro, è maturata nel progetto Ecomuseo del Simeto». Il Presidio ha evidenziato che il sito, nelle ultime settimane è stato oggetto di abbandono di rifiuti da parte di alcuni cittadini sottolineando che l’imbarcadero a causa delle variazioni improvvise di portata che caratterizzano in questa stagione il fiume Simeto, possa essere compromesso o distrutto. 

È stata la piena del fiume – registratesi nelle scorse ore a seguito dell’apertura della diga di Regalbuto che ha scaricato a valle tonnellate di acqua -, a trascinare i rifiuti che si trovavano sulla infrastruttura portuale. Il presidente Mascali ha posto l’attenzione anche sul dissesto di un tratto di strada (la Sp 137/I – SP 228), ubicato sulla stessa sponda del fiume Simeto (destra idraulica) in prossimità del ritrovamento, a ovest della Strada provinciale 137/I, per un tratto di circa 30 metri, rendendo impossibile il transito veicolare e pedonale nei due sensi di marcia. «Si tratta di un’importante via di accesso a terreni produttivi da parte degli agricoltori locali, il cui lento e costante processo di dissesto è stato più volte segnalato alla Città Metropolitana di Catania senza che questo però determinasse alcun riscontro», ha detto Mascali sottolineando che la strada è stata riparata più volte da alcuni agricoltori con fondi propri. «Elaborare una progettualità che risolva o mitighi il dissesto relativo al tratto di strada di accesso ai terreni», è l’appello lanciato dal presidio alle Istituzioni. 


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