Il sequestro nel 2017, l'incendio doloso dell'impresa nel 2018, adesso la confisca della sezione Misure di prevenzione del tribunale etneo. La parabola di Rosario Di Perna, 63enne di Raccuja, passa adesso per la sorveglianza speciale. Guarda il video
Paternò, confiscato patrimonio milionario di Di Perna Sfruttamento di braccianti dalla Sicilia alla Romania
Violenze, minacce, assenza delle garanzie minime di tutela per i lavoratori, mentre lui si arricchiva. È con l’accusa di caporalato che sono stati confiscati i beni di Rosario Di Perna, 63enne originario di Raccuja (in provincia di Messina), ma residente a Paternò. La sezione Misure di prevenzione del tribunale di Catania, su proposta della Dia, ha messo i sigilli a conti correnti, otto automezzi, due aziende, 20 fabbricati e 48 appezzamenti di terreno. Un patrimonio enorme, che era già finito sotto sequestro nel 2017. Misura che adesso viene confermata.
Secondo l’accusa, il 63enne avrebbe costituito un’associazione (operante a Paternò e in Romania) dedita allo sfruttamento dei braccianti romeni. Insieme al figlio Calogero e ad altri indagati di nazionalità rumena, l’uomo avrebbe reclutato manodopera per l’impiego nelle campagne paternesi, costringendo le vittime a subire condizioni lavorative vessatorie. Ritenuto il capo dell’organizzazione, Di Perna senior è già stato condannato per truffa all’Inps, furto continuato e usura. Reati per i quali, nel 2015 (nell’ambito dell’operazione Slave) era finito in carcere.
Il reato di caporalato, dopo le modifiche al codice antimafia, è stato inserito tra quelli per i quali è possibile avviare indagini finalizzate all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati. Così è stato possibile approfondire le posizioni dell’imprenditore e dei suoi familiari. Al solito, gli investimenti effettuati e il patrimonio posseduto non sarebbero stati compatibili con i guadagni legali da lui dichiarati.
Le due imprese confiscate sono la Difruit srl, con sede a Paternò, attiva nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli (azienda nella quale un anno fa si è verificato un vasto incendio doloso), e la ditta individuale Di Perna Calogero, operante nel settore delle colture agrumicole. I terreni sono ubicati nei Comuni di Paternò, Belpasso, Biancavilla, Ramacca, Floresta e Patti. Di Perna è stato inoltre sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per due anni e sei mesi.