All'interno del provvedimento che rende operativa la nuova rete ospedaliera anche un riordino dei reparti d'urgenza. Quello di Paternò chiuderà ma sarà potenziato quello di Biancavilla. Mauro Mangano parla di «provvedimento assurdo», e protestano anche i comitati contrari alla chiusura del presidio
Paternò, confermata chiusura del pronto soccorso Il sindaco: «Scelta stupida e irrazionale da Palermo»
«Una vera e propria rapina, peraltro a viso scoperto e a mano armata, è stata perpetrata contro la città di Paternò». Questo il commento a caldo dei componenti del comitato pro ospedale, dopo l’illustrazione della nuova rete ospedaliera regionale da parte dell’assessore Baldo Gucciardi alle sigle sindacali. «Come annunciato in tempi non sospetti, il prossimo obiettivo della Regione è la chiusura del pronto soccorso di Paternò, prediligendo invece quello di Biancavilla». Come previsto dal piano di riordino, il presidio di Paternò rientrerà nell’area dei cosiddetti ospedali di base (area di 80-150mila abitanti) mentre altre novità colpiranno le strutture dei paesi limitrofi.
Negli ospedali riuniti di Acireale-Giarre il pronto soccorso resterà ad Acireale, in quelli di Biancavilla-Paternò il pronto soccorso rimarrà invece al Maria Santissima Addolorata di Biancavilla. In sostanza l’attuale reparto d’emergenza del Santissimo Salvatore resterebbe attivo solo per le urgenze. Inoltre, nel nuovo assetto, alla struttura di Paternò spetterebbero 83 posti letto cosi suddivisi: 6 in Cardiologia, 10 in Chirurgia generale, 16 in Medicina generale, 6 in Neurologia,4 Ortopedia, 5 in Otorinolaringoiatria, 15 Psichiatria,12 Recupero e riabilitazione, 9 Astanteria.
A nulla quindi sarebbero valse le manifestazioni di protesta messe in atto dal comitato e da semplici cittadini. E a questo punto la politica paternese ha dimostrato di non avere peso nelle stanze di Palermo. Per quanto riguarda invece Biancavilla, il reparto di primo intervento sarà potenziato visto che assorbirebbe le emergenze dell’intero territorio Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Paternò, Ragalna, Belpasso ma anche Centuripe, Ramacca, Castel Di Judica, Nicolosi, Camporotondo Etneo e San Pietro Clarenza.
Reazioni infuocate da parte della comunità, dei politici locali e dei sindacati. Il comitato pro ospedale ha parlato di una palese contraddizione «nell’applicazione delle normative: la legge prevede infatti che un pronto soccorso con oltre 20 mila prestazioni l’anno debba restare attivo. Paternò, che nel 2015 ne ha oltre 31 mila, viene chiuso. C’è qualcosa di poco chiaro».
La Uil ha chiesto un incontro con direttore generale dell’Asp Giuseppe Giammanco, mentre la presidente del Consiglio comunale Laura Bottino, ha scritto al presidente della commissione sanità Giuseppe Di Giacomo, per una audizione in tempi stretti; il sindaco Mauro Mangano ha ribadito che si tratta «di un provvedimento assurdo in quanto da una parte l’Asp provvede a potenziare il pronto soccorso con l’invio di un altro medico, poi invece opta per la sua chiusura».
«L’idea è stupida e irrazionale – continua il primo cittadino – Stiamo mandando una comunicazione ai deputati regionali, alla commissione sanità, all’assessore ed ai dirigenti dell’Asp, per spiegare l’assurdità di questa decisione. Ai deputati catanesi, in particolare, faccio un appello alla chiarezza – conclude Mangano – Voglio sapere chi di loro difenderà il nostro pronto soccorso e chi no, senza l’ipocrisia usata finora». Anche il senatore Salvo Torrisi ha specificato come «i cittadini di Paternò si sentono arrabbiati dinanzi a simile decisioni». La nuova rete ora passerà all’attenzione della commissione Sanità dell’Ars e successivamente sarà esaminato dal parlamento siciliano.