La società Antica scala avrebbe voluto completare l'edificazione degli immobili, ma il municipio le ha negato la nuova concessione. «Illegittimamente», secondo la Regione. Adesso la palla passa ai giudici amministrativi che dovranno decidere
Paternò, chiesti al Comune 13 milioni di risarcimento La storia delle nove villette mai finite a Scala vecchia
Tredici milioni di euro di risarcimento danni chiesti al Comune di Paternò e il ricorso al Tar, sezione di Catania, pendente contro l’ente pubblico. È per ottenere questa somma che la società Antica scala si è rivolta ai giudici, sostenendo di avere subito dei danni dovuti all’«illegittimo esercizio dell’attività amministrativa». La vicenda parte nel 2007, quando l’impresa ottiene (il 22 novembre) la concessione edilizia per la realizzazione di 27 villette bifamiliari da costruire nel quartiere Scala vecchia. La concessione, però, scadeva dopo tre anni dal rilascio.
A settembre 2012, Antica scala presenta al Comune di Paternò un’istanza per il rilascio di una nuova autorizzazione, allo scopo di completare i lavori in nove villette, già cominciate ma non ancora concluse. Un mese dopo, però, gli uffici comunali rispondono negando l’autorizzazione, «in quanto l’istanza deve intendersi come nuova concessione edilizia» poiché le opere da completare richiedevano il parere preventivo della soprintendenza dei Beni culturali di Catania ed entravano in contrasto con le «previsioni del piano regolatore generale».
A febbraio 2013 il responsabile dell’azienda impugna il provvedimento e ne chiede l’annullamento. Ottenendolo, però, quattro anni dopo: il ricorso viene accolto a ottobre 2017 con decreto del presidente della Regione Siciliana, ma viene notificato al Comune di Paternò ad agosto 2018. Negli uffici palermitani viene messa nero su bianco «l’illegittimità di diniego adottata dal Comune».
Si arriva così ai giorni nostri: l’impresa avrebbe speso, per l’acquisto dei terreni e la parziale edificazione delle villette, circa sette milioni di euro. E ha calcolato in sei milioni di euro il mancato guadagno derivante dall’eventuale vendita degli immobili. Si arriva così ai 13 milioni chiesti. Il Comune paternese, però, non sembra volere cedere. La giunta comunale si è attivata dando incarico al legale del municipio, l’avvocato Alfio Patania, di difendere gli interessi dell’ente di fronte al Tar di Catania.