Paternò, 35 presidenti seggio dal magistrato Continuano le verifiche su esito dello spoglio

Si parla ancora di elezioni amministrative a Paternò,  dove 35 dei 47 presidenti di seggio sono stati convocati dal magistrato Giorgio Marino per fare chiarezza sullo spoglio. Ci sarebbero infatti contraddizioni tra i verbali e le tabelle riportanti i voti da un lato e le schede elettorali dall’altro. Complessivamente si riscontrerebbero circa 1500 voti di lista in più rispetto agli effettivi votanti. In un caso, in una singola sezione, su 700 schede elettorali presenti in seggio, numero corrispondente agli elettori iscritti in quella sezione, si sono registrati circa 1100 voti di lista, ossia una differenza di circa 400 voti in più rispetto ai votanti. Un dato che, se riveduto, potrebbe portare a dei mutamenti nella composizione del consiglio comunale. 

In base ai dati usciti dal voto dell’undici giugno, all’assemblea elettiva paternese andrebbero solo sei liste che hanno superato il quorum del cinque per cento: si tratta di Presenti sempre, Nino Naso sindaco, Paternò on, le tre formazioni collegate al candidato sindaco vincente Nino Naso. E ancora le liste Paternò 2.0Forza Italia, che hanno sostenuto Anthony Distefano, e infine la lista del Movimento 5 stelle, legata a Salvo La Delfa. Seguono con attenzione questa fase di controlli sui verbali e sulle tabelle i candidati di almeno tre raggruppamenti, ovvero Uniti per Paternò, Patto Popolare e Libera Paternò, che non hanno raggiunto la soglia minima per andare a seggio per circa 70-80 voti. Le verifiche riguardano solo la composizione del Consiglio, non mettono dunque in discussione l’elezione di Nino Naso, per altro proclamato sindaco pochi giorni fa.

«Francamente ci sono troppe incongruenze – ha detto Paolo Di Caro, il più votato della lista Patto popolare – stiamo aspettando la conclusione dei controlli da parte del magistrato. Potrebbe succedere di tutto una volta ultimati i lavori, addirittura – sostiene il candidato – alcune liste che hanno sostenuto Naso potrebbero non aver superato il quorum del 5 per cento, il che metterebbe in dubbio il premio di maggioranza». Diversi fattori avrebbero contribuito a creare una simile condizione di incertezza, tra cui una scarsa conoscenza della nuova legge elettorale, la disattenzione dei votanti gli orari di lavoro molto pesanti per i componenti del seggio. Secondo indiscrezioni, il nuovo Consiglio potrebbe insediarsi alla fine del mese di luglio. 


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