Patch Adams a Catania per un evento Mediolanum: quando l’Amore è senza confini

Se qualcuno dei lettori che hanno superato i quarant’anni, ricorda la rivista mensile che l’europeo e l’americano medio consultavano con maggiore intensità e frequenza, pubblicazione che ha fatto storia, ovvero Selezione del Readers’Digest, rammenterà che in quelle pagine, nate dall’entusiasmo del “new deal” americano, c’erano sovente racconti di personaggi eccezionali, i quali con le loro qualità erano un esempio per la moltitudine e incitavano all’essere positivi. Abbiamo inevitabilmente ripensato a ciò, incontrando sabato 14 giugno, nella splendida cornice del teatro Bellini di Catania, unitamente a diverse centinaia di persone ed a moltissimi bambini che rimasero sul palco a fargli più direttamente compagnia, il celebre clown-medico Hunter Doherty detto “Patch” Adams, conosciuto in tutto il mondo per essere “il dottore del sorriso”, l’inventore della clownterapia, nonchè protagonista dell’omonimo film hollywodiano del 1998, in cui la sua figura fu interpretata da Robin Williams.
L’evento, chiamato “Centodieci è ispirazione”, è stato organizzato dalla Mediolanum Corporate University, l’ente di eccellenza di Banca Mediolanum, la quale è notoriamente attenta, nella politica di fidelizzazione dei clienti, a portare avanti il messaggio del miglioramento umano e del rapporto più intenso con il pubblico, che non si limiti solamente alle attività tecniche. In questa ottica, ha spiegato l’organizzatore della serata catanese Toti Russo, District Manager di Banca Mediolanum per la Sicilia orientale, sono già stati ospiti di “Centodieci” molti grandi personaggi di caratura mondiale, da Lech Walesa a Simona Atzori, la ballerina senza braccia, che hanno dato testimonianza del proprio percorso umano.

Con la presenza di Patch Adams, che era già stato a Palermo, Mediolanum ha offerto alla città ed agli amici convenuti, in primis ai bambini (equipaggiati della simpatica maglietta con l’effigie del protagonista e dell’immancabile naso rosso, simbolo del sorriso), una occasione unica di incontro con un personaggio anche fisicamente fuoti dal normale (Patch è alto quasi due metri), ma soprattutto denso di energie positive che trasmette in maniera travolgente all’uditorio. Tali impegni della Mediolanum, fortemente voluti dal suo Presidente Ennio Doris, sono stati ribaditi da uno degli amministratori, Giancarlo Orsini, nel corso del suo intervento. Unico appunto che si può fare alla serata, durata fra attese e contenuto, circa due ore e mezzo, l’assenza di uno spuntino per i moltissimi bimbi che rimasero, diligenti e precisi come militari, sul palco a seguire: se è vero che i contributi raccolti all’uscita da Mediolanum sono utilizzati per i progetti umanitari di Adams, sarebbe stata una piccola ma significativa attenzione in più per i bambini, già “premiati” con i gadget, aggiungervi un gelato o una merendina.
Siparietto propedeutico all’inizio della serata ed all’entrata in scena di Patch Adams, fu la presenza, graditissima da tutti, in sala di Salvo La Rosa, celebre conduttore televisivo impegnato anche sul fronte degli aiuti ai soggetti bisognosi nelle sue trasmissioni, che non ha mancato di concedersi a numerosi “selfie” e scatti fotografici, per la gioia dei piccoli che lo hanno riconosciuto.
E all’arrivo di Patch Adams, molto atteso dai convenuti, la sala scattò in una ovazione, che si fece attento silenzio quando il clown-medico americano ha voluto, precisando che il film che gli diede notorietà “ha una narrazione un po’ semplicistica, quindi è meglio che vi spieghi io”, raccontare la sua storia: dal disagio esistenziale che lo ha portato più volte ad essere ricoverato in ospedali psichiatrici dopo la morte del padre, all’amore trasmessogli dalla mamma -che egli considera come la fonte primaria delle indicazioni del futuro- , sino alla scelta di non sopprimersi, ma “fare la rivoluzione, quella dell’amore”, ovvero attraverso la professione medica, donare positività a chi più soffre, ai malati. Però in maniera tutta sua, o meglio, seguendo le orme di quel grand’uomo del secolo scorso che fu il medico degli ultimi, l’uomo dai baffi bianchi (e non a caso, aggiungiamo noi, Adams gli somiglia fisicamente, con i suoi baffoni grigi), Albert Schweitzer: operando cioè assolutamente gratis, senza percepire alcun compenso in denaro.

Si capisce come tale scelta, massimamente negli Stati Uniti, nazione d’origine di Adams, ove da sempre la Sanità è a pagamento e chi non può permetterselo perisce, è e sia stata eversiva per i colleghi e tutta la politica: eversiva anche in Europa e in tutto il mondo, se si pensa che il medico si fa quasi sempre pagare. E tuttavia, con la perseveranza dell’amore, Patch Adams ha potuto centrare i suoi intenti (scegliendo anche di utilizzare i cachet delle serate spettacolo che lo vedono in tutto il mondo), per costruire ospedali gratuiti per i bisognosi, prima nella sua casa, poi in tutto il mondo, specie nelle nazioni (da quelle asiatiche a quelle sudamericane) ove è più importante la presenza del medico dell’amore.
“Sono un clown che è anche un medico, non un medico che è anche un clown”, ha detto Adams, precisando che nella sua terapia non si fa uso di psicofarmaci, ma… del fare ridere! “Ho sessantanove anni, e devo ancora capire quando comincia la terza età, perchè non ho intenzione di invecchiare”: infatti come uno di loro lo hanno percepito i bambini, quando con diversi siparietti li ha divertiti, facendo comprendere ai “grandi”, che non esiste una età per essere felici, ma tutti dobbiamo esserlo, sempre, perchè ci si deve amare. A questo proposito egli ha invitato il pubblico a praticare un paio di “esperimenti” psicologici, per verificare quanta voglia di amor di sé vi sia in ognuno di noi, e quanto desiderio di comunicarlo. “Imparate ad amare la vita”, ha suggerito Patch, ricordando che “se non ci credete, venite con me che ho tenuto in braccio dei bambini morti dopo pochi mesi, mentre sono riuscito a farli sorridere”.
Con questa filosofia: “mi sono tuffato nell’oceano della riconoscenza, e non ho ancora trovato l’approdo”, o in altre parole, non si finisce mai di essere felici, perchè la vita non si arresta, neppure dopo la fine naturale, essendo eternità di emozioni.
Francesco Giordano

Francesco Giordano

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