L'attrice racconta il suo spettacolo che si è evoluto negli anni fino a raggiungere la piena maturità con la forma che verrà presentata agli spettatori di via La Loggia. Una drammaturgia fatta di quattro monologhi, un'introduzione e un epilogo in cui l'artista metterà in campo tutta se stessa
Patafisico, in scena Su-A di Marika Pugliatti «Mi aspetto un’esperienza emozionante»
Uno spettacolo frutto di una lunga evoluzione, Su-A, di e con Marika Pugliatti, in scena dal prossimo 15 aprile al piccolo teatro Patafisico. Sul palco l’artista si esibisce in una riflessione personale, sul lavoro dell’attore, sulla sua precarietà e sulla sua solitudine, usando toni cinici e crudi e mettendo in campo tutto di sé. «Lo spettacolo – dice Marika Pugliatti – adesso ha una forma propria. La drammaturgia è una sorta di diario composto da quattro monologhi, un’introduzione e un epilogo, i primi due sono dei testi che ho portato in scena durante la carriera, gli altri due dei desideri da attrice che ho riscritto e riadattato a secondo di come andavano le prove».
Uno spettacolo nato da un’evoluzione, si diceva, perché il risultato di anni di lavoro. «Diversi sono stati gli spunti – continua l’artista – Prende le mosse da uno spettacolo di anni fa dai candelai, Saggi d’autore di Giuseppe Cutino, in cui c’era un grande mercato degli attori dove ognuno vendeva dei monologhi, dei racconti. Da lì le esibizioni presso l’associazione Lemosche con una performance no limits che durava otto ore, le otto ore lavorative, che era più incentrata sul lavoro».
Grande negli anni l’apprezzamento del pubblico. «Probabilmente – spiega Pugliatti – anche perché è molto semplice, non si appoggia a nulla se non a me stessa». Quella al Patafisico sarà un’occasione importante per l’attrice. «Mi aspetto un’esperienza emozionante – conclude – per una serie di piccoli segnali. L’anno scorso ho fatto un provino per il ruolo di Clitennerstra in Orestea di Romeo Castellucci, che è in tour europeo, proprio il 15 aprile. E poi il luogo è molto bello, mi fa molto piacere esibirmi lì».