Passante Ferroviario, la versione dei vertici Rfi «I lavori andranno in porto, con o senza Sis»

«La maggiore onerosità è proibita per legge, Sis non è nelle condizioni di potere chiedere niente». La risposta dei rappresentanti della sezione investimenti di Rfi Roberto Pagone e Filippo Palazzo non lascia spazio a interpretazioni. È secco il No alle richieste Sis, azienda che si sta occupando della realizzazione dei lavori del passante ferroviario di Palermo, che giovedì ha bloccato i cantieri lamentando criticità economiche e chiedendo di conseguenza una somma vicina ai cento milioni di euro per portare a compimento l’opera, completa già per i quattro quinti del percorso. Un No forte dell’appoggio del Comune di Palermo, della Regione e del ministero delle Infrastrutture. «Nessun appaltatore ci ha messo mai nelle condizioni sentirci dire “se mi date questi soldi va bene altrimenti ce ne andiamo” – dice Pagone – Noi auspichiamo che i lavori vengano portati a termine nei tempi previsti con l’attuale contraente generale, Sis, che ha dimostrato fino a oggi una potenzialità e una serietà professionale al top dei livelli nazionali. Di fronte a diversi scenari agiremo di conseguenza».

Non si esclude dunque che Rete ferroviaria possa ricorrere a vie legali qualora i cantieri non dovessero riprendere spediti i lavori. Un procedimento, quello legale, che vedrebbe Comune e Regione proporsi come parti civili. «Non ci saranno opere incompiute – aggiunge Palazzo – Nell’ipotesi di una rescissione in danno, faremo di tutto per compiere le verifiche opportune e riappaltare i lavori nel minore tempo possibile». Confermata la bontà e la qualità delle strutture realizzate finora, il cantiere è andato avanti senza particolari problemi. Confermata anche l’intenzione di concludere la realizzazione della tratta con Sis nei tempi prestabiliti, ma nessuno spazio a trattative di tipo economico. «È come se l’autista di un autobus che percorre un tragitto di cento chilometri, a venti chilometri dalla destinazione facesse scendere tutti i passeggeri perché non si ritiene pagato abbastanza», dicono.  Insistendo nel tranquillizzare cittadini e istituzioni: «La copertura finanziaria c’è, la volontà di realizzare l’opera anche. Se Sis vuole sentire il parere di un tecnico legale esterno faccia pure, non ci sottrarremo, ma i lavori vanno terminati».


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