Partecipate, è guerra nella maggioranza di Bianco Notarbartolo: «Fatte per aggirare la legge Madia»

Torna ad ardere la polemica sulle nuove nomine delle società partecipate del Comune di Catania. A gettare benzina sul fuoco, questa volta, non è l’opposizione ma il consigliere comunale del Partito democratico Niccolò Notarbartolo che, pur militando nella maggioranza del sindaco, non risparmia parole molto dure contro l’azione del primo cittadino. Parlando senza peli sulla lingua di «uso predatorio delle risorse pubbliche» e citando il segretario del Partito comunista italiano Enrico Berlinguer per riproporre il tema della questione morale in salsa etnea. «Questo valzer di nomine sembra raccontare una politica fatta di spartizioni di posti e mediazione tra precisi interessi – scrive Notarbartolo in una nota inviata alla stampa – Schiacciata in mezzo è rimasta l’efficienza dei servizi offerti dal Comune e dalle sue partecipate. Sono state selezionate le professionalità migliori? Si è pensato a come rendere più funzionale la macchina amministrativa? In breve: esiste una strategia generale? Se sì, se ne parli». «Non è un attacco personale nei confronti dei singoli – spiega il consigliere a MeridioNews – ma piuttosto un j’accuse nei confronti di chi ha pianificato la sua personale partita a scacchi, in barba della meritocrazia e dei principi verso i quali dovrebbe tendere la pubblica amministrazione».

Il riferimento, nemmeno tanto velato, è al sindaco Enzo Bianco, colpevole secondo il consigliere di «declinare la rottamazione di renziana matrice in riciclo». «Enzo Bianco sia onesto – continua Notarbartolo – E se ritiene che questa sia la migliore classe dirigente possibile si scusi con chi prima era oggetto delle sue accuse infamanti: Umberto Scapagnini, Raffaele Stancanelli, Raffaele Lombardo, Giuseppe Castiglione, Pino Firrarello e Giovanni La Via. A loro il merito di avere formato cotanti campioni politici. Ma il passato è troppo vicino: vantare una verginità inesistente è ridicolo – conclude – Lo facciano gli esperti di coerenza politica che in questi giorni si sono affrettati a difendere le scelte del sindaco. Loro, almeno, ridicoli lo sembravano anche prima». 

Ma Notarbartolo parla anche delle tempistiche con la quale sono stati rinnovati i vertici delle società. Secondo lui pensate per aggirare le nuove norme che disciplinano l’attività della pubblica amministrazione. «Il rinnovo è stato fatto il giorno prima dell’entrata in vigore della legge Madia – spiega meglio il componente della maggioranza a MeridioNews – con il chiaro intento di eluderne le prescrizioni. Se si fosse aspettato un giorno si sarebbero potuti adeguare gli statuti e procedere alla nomina di un amministratore unico da sostituire gli attuali consigli di amministrazione».

Un’operazione che, però, «avrebbe tolto moltissime poltrone che, a quanto pare, è l’unica cosa sulla quale vertono le reali ambizioni dei nostri decisori politici». Andando meglio a guardare l’attuale composizione dei nuovi dirigenti e degli amministratori delle società, possiamo notare infatti Beppe Spampinato, primo dei non eletti con la lista Il megafono, e ora è capo di gabinetto del sindaco. Ma non solo. Anche il nuovo direttore del personale del Comune, Giuseppe Ferraro era segretario personale di Giovanni La Via e prima di Giuseppe Castiglione. Giovanni La Magna, ora nel cda di Asec trade, è un ex consigliere di municipalità, candidato al Consiglio comunale nel Pdl e al parlamento con Silvio Berlusconi, nonché uomo vicinissimo a Castiglione. Per non parlare dell’attuale presidente di Amt Puccio La Rosa, già segretario del Fronte della gioventù, da sempre uomo di destra e ora passato a sinistra in quota Luca Sammartino

Le scelte del sindaco, però, erano state salutate positivamente dai capigruppo di maggioranza che parlavano di competenze e professionalità. «Sulle partecipate il sindaco ha esercitato le sue prerogative guardando al bene della città senza pregiudizi, puntando a nomine che offrono un’ampia varietà di competenze e professionalità: avvocati, imprenditori, dirigenti sindacali, donne e giovani. Le scelte vanno giudicate da risultati, non certo prima». Una posizione bollata come «ridicola» da Notarbartolo che commenta: «I capigruppo che oggi contestano chi contesta Bianco sono i meno titolati a farlo. Alessandro Porto, ora capogruppo di Con Bianco per Catania, era presidente della commissione Urbanistica sotto la bandiera dell’Mpa ed è sempre stato vicinissimo all’ex onorevole Raffaele Lombardo. Nuccio Lombardo – continua il consigliere – anche lui politico di lungo corso, è stato nel Movimento per l’autonomia, come il suo collega Daniele Bottino. L’unico che non era direttamente un sostenitore della giunta Stancanelli era Giovanni D’Avola – conclude caustico Notarbartolo – la cui costante è semplicemente la sua assenza durante le sedute del Consiglio comunale. Questo forse gli rende difficile fare le giuste valutazioni sul tema».


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