Il 7 maggio la procura ha depositato l'atto. Adesso è stata fissata la data dell'udienza preliminare. Al centro della vicenda le parole durante un comizio al porto. Era il 2020 e gli esponenti del Carroccio si radunarono a sostegno del loro leader Matteo Salvini
Parlò di «coraggio della vecchia mafia», ora rischia processo Chiesto rinvio a giudizio per ex senatrice Lega Maraventano
Processate anche me. Lo ha preso in parola quello slogan l’ex senatrice della Lega Angela Maraventano. Il 3 ottobre 2020, durante un comizio al porto di Catania, l’esponente del Carroccio aveva sostenuto che non esiste la mafia «sensibile e coraggiosa di un tempo». Parole in libertà pronunciate durante la manifestazione ideata dalla Lega per esprimere vicinanza e solidarietà al segretario del partito Matteo Salvini, in quel periodo impegnato a difendersi dall’accusa di sequestro di persona per il caso della nave Gregoretti. Per l’occasione, oltre ai militanti del partito, arrivarono a Catania Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Dopo quelle frasi Maraventano cercò, con scarsi risultati, di correggere il tiro spiegando di essersi battuta sempre contro le mafie «e in particolare quella nigeriana. Per vecchia mafia – disse – intendevo la difesa del territorio. Non mi riferivo alla mafia brutta, quella che ha ucciso i nostri uomini valorosi».
Da quel comizio è nata una querela presentata dall’associazione antimafia Rita Atria, rappresentata dall’avvocato Goffredo D’Antona. «Non esiste e non potrebbe mai esistere con il nostro ordinamento giuridico – si legge nel documento – il concetto di mafia buona. La mafia è e nasce come un’associazione a delinquere in cui gli associati si riuniscono al fine di commettere crimini con violenza, minaccia e intimidazione». Dopo la fase delle indagini, curate dalla Digos etnea, la procura di Catania, il 7 maggio scorso, ha presentato una richiesta di rinvio a giudizio per l’ex senatrice leghista con l’ipotesi di reato di istigazione a delinquere. Con le sue frasi «ha riconosciuto alla mafia qualità come sensibilità e coraggio e un ruolo di controllo e tutela del territorio – si legge nella richiesta del pubblico ministero Giovanni Gullo – contrapposto a quello dello Stato». Maraventano è nota anche per essere la titolare di un ristorante a Lampedusa. Isola in cui ha guidato la protesta, nel 2019, contro la capitana Carola Rackete.
L’udienza preliminare, in cui il giudice potrebbe decidere se mandare a processo Maraventano, si terrà il 26 novembre prossimo. Insieme all’associazione antimafia Rita Atria tra le parti offese ci sono il presidente della commissione regionale antimafia all’Ars Claudio Fava, il giornalista Riccardo Orioles difeso dall’avvocato D’Antona, Dario Pruiti Ciarello come presidente di Arci Catania rappresentato dall’avvocata Arianna Procida, e don Luigi Ciotti di Libera.