Parco Uditore, donazioni per la videosorveglianza «Senza istituzioni, serve buon cuore della gente»

Dove le istituzioni non rispondono è la società civile, ancora una volta, a difendere i propri spazi e il diritto a vivere una città. Accade a Palermo, protagonista l’associazione Parco Uditore, da anni impegnata nella tutela e promozione dell’omonimo polmone verde della città. Stavolta lo fa con il lancio di una campagna di donazione on line per il potenziamento dell’impianto di videosorveglianza. Due telecamere sono troppo poche per vigilare sull’intero spazio a fronte di una sempre maggiore recrudescenza di furti e rapine nel quartiere. Così la scelta di portare avanti una raccolta fondi per raggiungere la quota di 1500 euro e così riuscire a proteggere la struttura in modo completo.

«Finora abbiamo raccolto 550 euro, dopo un primo picco ci siamo fermati – spiega a MeridioNews Geri Presti, vice presidente dell’associazione -. Per questo facciamo appello ancora una volta alla città, a quanti questo parco lo vivono ogni giorno. Da quando siamo nati portiamo avanti un’impresa di gestione privata di uno spazio pubblico, noi non godiamo di alcun finanziamento pubblico nonostante questa sia un’area di competenza regionale affidata al Corpo Forestale. Le nostre risorse sono il buon cuore della gente». Un progetto in continuo divenire che non sarebbe nato «se avessimo dovuto aspettare i finanziamenti pubblici». Nuova tappa adesso è rappresentata dalla videosorveglianza ma presto sarà la volta di un impianto sportivo: uno spazio fitness a cielo aperto.

In uno spazio recuperato, diventato per molte famiglie con bambini meta importante di svago per le domeniche, luogo d’appuntamenti e feste, insomma una seconda casa. «Mi piace definire parco Uditore un mosaico – continua Presti -, ogni tessera di quanto costruito è espressione di una persona. Basti pensare alle panchine donate, ai 375 alberi piantati dai cittadini e così via. Uno spazio voluto e vissuto dal quartiere come importante, come qualcosa che mancava». 

Stonato e imbarazzante il silenzio delle istituzioni di fronte alla dinamicità della società: «Noi viviamo gli uffici regionali quotidianamente perché preferiremmo non dover chiedere ai privati – spiega -. Ma purtroppo l’immobilismo è spaventoso, nessuno firma. È tutto fermo». Così, ancora una volta, anche la videosorveglianza dipenderà dall’iniziativa privata. «Quando l’impianto sarà installato, ringrazieremo l’azienda che ce lo sta quasi regalando – conclude Presti -. Il costo è davvero irrisorio rispetto al lavoro che si sta portando avanti, ma si tratta anche in questo caso di un imprenditore che frequenta il parco e che ben volentieri ha voluto offrirci un prezzo accessibile».


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