Parco Gandhi, vandalizzata statua del filosofo indiano «Luogo mal frequentato, nessun giardiniere da mesi»

«È una jungla qua, non ci viene mai nessuno, a parte qualcuno della zona a far passeggiare il cane, o qualche gruppetto di ragazzini che si fanno le canne». È questa la mesta fotografia che ritrae la situazione attuale del parco Gandhi, uno dei polmoni verdi catanesi, che sorge nell’omonima piazza a cui si arriva da via Santa Sofia, poco prima di imboccare la circonvallazione. Lo racconta un’anziana signora della zona mentre, con il figlio, passa di fronte al parco per buttare la spazzatura. «Non si vede un giardiniere da mesi – dice la donna con un tono sarcastico – e di certo non si può dire che sia un luogo ben frequentato, visti i continui atti vandalici che si verificano al suo interno».

L’ultimo, in ordine di tempo, ha colpito proprio la statua di Mahatma Gandhi, simbolo del parco, donata il 17 ottobre 1998 alla città di Catania dal governo indiano. In pochi conoscono la storia che sta dietro l’arrivo del monumento, che oggi appare dipinto di rosa e ricoperto, in parte, da disegni fallici.

«Il parco non è in totale stato di abbandono – precisa il figlio della signora, anche lui residente in zona – i cestini della spazzatura vengono svuotati con regolarità e anche l’erba, ogni tanto, viene tagliata e le piante potate». La parte più trascurata, dunque, sembrerebbe proprio l’ingresso del parco che, come si legge su un cartello, farebbe parte del «programma operativo nazionale Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia» portato avanti dall’Unione europea e dal ministero dell’Interno.

«Ormai questa città è sempre più spesso vittima di atti vandalici, spesso i ragazzini rompono le luci tirando le pietre», commenta Emanuele Giacalone, presidente della quarta Circoscrizione che comprende San Giovanni Galermo, Trappeto e Cibali, che – giunto sul luogo nel tardo pomeriggio – racconta di aver trovato il parco completamente al buio.


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