La proposta arriva dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo e riguarderebbe la gestione del teatro antico di Taormina, dei templi di Selinunte e Segesta, e del parco Himera. Tra i direttori, però, c'è chi teme che «con i pochi ingressi che facciamo i soli biglietti non basterebbero al sostentamento economico»
Parchi archeologici, gli incassi rimarranno agli enti All’Ars ddl per estendere modello Valle dei Templi
Una gestione economica autonoma e maggiore indipendenza nell’organizzazione dei parchi archeologici. Il modello Agrigento nel lungo periodo si è rivelato vincente, al punto da portare l’assessorato ai Beni Culturali a inserire una norma in Finanziaria che destinasse parte degli incassi della Valle dei Templi agli altri parchi archeologici. Fino a ieri, quando la commissione Cultura all’Ars ha approvato tutti gli articoli del disegno di legge presentato dal deputato Vincenzo Vinciullo, che esporta il modello gestionale di Agrigento anche a Siracusa, Taormina, Selinunte, Segesta e Himera. Nei primi due casi, l’indipendenza economica per il teatro antico e i templi alle porte di Castelvetrano, la proposta è arrivata direttamente dall’assessore Carlo Vermiglio, mentre per Segesta l’emendamento è stato presentato da Giovanni Lo Sciuto (Ncd). A pensare al parco Himera, invece, il deputato Giuseppe Di Maggio (Ncd).
Una buona notizia per i siti archeologici, che in questo modo potranno disporre degli incassi derivanti dai biglietti per gestire le spese e la manutenzione delle strutture. Peccato che ancora una volta sia mancato il dialogo tra la politica e i protagonisti dei provvedimenti. «Apprendo adesso dell’approvazione della norma – ammette Mariella Musumeci, direttore del Parco archeologico di Siracusa, raggiunta telefonicamente da MeridioNews -. La notizia era nell’aria da un po’, ma non sapevo che se ne sarebbe discusso in questi giorni in Ars». Dello stesso avviso anche Francesca Spatafora, a capo del polo Himera, che, però, teme che «coi pochi ingressi che fa ancora il parco, difficilmente i soli biglietti basterebbero al sostentamento della struttura».
L’autonomia di gestione, comunque, potrebbe risolvere non pochi problemi. A cominciare dalla manutenzione ordinaria dei parchi archeologici spesso lasciati nel degrado, come nel caso di Siracusa. «Non è accettabile la paralisi delle istituzioni competenti di fronte al degrado dei nostri siti archeologici – denuncia la deputata dem Marika Cirone -. La mancata manutenzione impedisce la fruibilità dell’intera area coperta dalle erbacce. Una situazione gravissima che riduce sensibilmente la capacità attrattiva: con l’approssimarsi della stagione estiva, e in previsione dell’arrivo di un sempre maggiore numero di turisti, è necessario ricercare una soluzione immediata».
Secondo Cirone, «il mancato trasferimento di risorse adeguate relega i siti museali in una situazione di perenne precarietà. In altri tempi, fiduciosa, avrei invitato l’assessore regionale a visitare i siti per rendersi conto di persona dello stato abbandono». La deputata del Pd conclude con un’ammissione: «In più occasioni ho verificato la distanza dai problemi segnalati, non mi resta che aggiungere la mia protesta a quella dei tanti siciliani increduli e amareggiati».
Riceviamo e pubblichiamo la risposta dell’assessore Carlo Vermiglio:
«Nella seduta della V commissione Cultura dell’Ars di ieri, è stato approvato il disegno di legge n. 1212 che estende il modello organizzativo e gestionale del Parco archeologico e paesaggistico di Agrigento, risultato in questi anni vincente, anche al Parco archeologico della Neapolis, sito Unesco, nonché ai due Parchi archeologici regionali già dotati di autonomia finanziaria: Taormina e Selinunte. La norma, fortemente voluta da questa Amministrazione, è uno strumento efficace perché le risorse derivanti dai proventi dei biglietti di ingresso potranno essere reinvestite dai Parchi stessi per risolvere quei problemi legati anche all’ordinaria manutenzione dei siti nonché per la realizzazione di interventi di valorizzazione e promozione dei siti. Forse, questa bella notizia all’attenta deputata Cirone, componente della commissione, è del tutto sfuggita».