Conosciamo da vicino la band palermitana, che ha registrato questa estate il suo primo Ep, Paralisi. Dalla nascita del progetto (Sembra brutto da dire, ma tutto nasce dalla noia di piovose vacanze pasquali) allispirazione concettuale dellalbum: un viaggio futuristico durante gli ultimi 15'' del mondo
Paradisi artificiali, elettroniche visioni
Cosa potrebbe accomunare visioni apocalittiche e ambientazioni alla Blade Runner con l’artista più bohèmien dell’800? Nessun forzato innesto letterario, fantascienza e simbolismo non sono mai stati così vicini. A far da ponte tra i saggi di Donna Haraway sulla teoria dei cyborg e lo Spleen Baudelariano ci pensano l’elettronica e lo shoegaze. Non storcano il naso i più scettici, il binomio sembra rendere bene, come dimostrano i Paradisi Artificiali, che dell’omonimo trattato di Baudelaire del 1860 prendono “in prestito” solo il nome, che rappresenta l’unione tra le eteree sonorità dello shoegaze e l’artificiosità di synth e drum machine. Proprio nell’elettronica e nell’assenza di solidi strumenti quali basso e batteria il duo palermitano costituito da Nicolò Carnesi (Voce, Synth, Chitarra, Kaosspad) e Francesco Pintaudi (Chitarra, Tastiera, Kaossilator) ha trovato il collante giusto per un progetto musicale nato un piovoso pomeriggio di marzo del 2008: “Sembra brutto da dire”, racconta Nicolò, “ma tutto nasce dalla noia delle vacanze pasquali e dal brutto tempo che ci costringeva a casa”.
Che dalla noia non debba nascere sempre qualcosa di negativo sembrano dimostrarlo le diverse performance live che il gruppo già conta in pochi mesi di attività (non ultima quella tenutasi al Chakra Lounge di Catania lo scorso ottobre, ndr) e l’uscita, a giugno di quest’anno, del loro primo EP, Paralisi, ragionata selezione di 7 tracce che vanno a comporre un lavoro concettuale “che comincia dalla fine”, ovvero dagli ultimi 15” sulla terra. “Abbiamo raffigurato quelli ultimi istanti come una sorta di paralisi mondiale in cui gli uomini avrebbero potuto vivere in assoluto la loro libertà, coscienti di non avere più un futuro”. Un viaggio futuristico tra storie di uomini che si trovano ad affrontare un’ipotetica apocalisse, da cui filtra un messaggio sociale di denuncia contro “un mondo in cui tutto va a petrolio, che l’avidità umana ci sta portando a distruggere”.
Prima tappa importante nel loro percorso musicale che li vede collaborare con i conterranei Antonio Di Martino (Famelika), Elena Fazio (Moque) e Miro Sassolini (voce dei Diaframma nel periodo ’84-’89), collaborazioni che “aldilà dell’arricchimento umano, a livello prettamente musicale hanno permesso il confronto con diversi modi di affrontare il processo creativo di un pezzo”. Paralisi costituisce solo un piccolo tassello di un grande mosaico, ma di certo alla band non mancano le idee e l’entusiasmo per continuare a costruire e ad evolversi “nonostante sia sempre più difficile per la musica emergente trovare spazio nel panorama musicale siciliano. Qui la musica non viene vista a livello professionale e i locali pensano spesso al loro tornaconto piuttosto che alla qualità della serata”. Continueranno a raccontare con ironia “un futuro dove i cyborg prenderanno il posto degli uomini nella società, con un piglio più ironico e meno pessimista”, se di pessimismo è giusto parlare. “Bisogna saper cogliere il messaggio positivo della nostra Paralisi”, nell’Intro dell’EP manifesta è la speranza che gli uomini possano sentirsi per la prima volta liberi. “Ma seè vero che per sentirsi liberi servono delle regole, in questo caso vietato ascoltare.”
Link
Il myspace dei paradisi artificiali
Track List Paralisi
- Intro
- 15
- Nucleo
- Funghi Atomici
- Antecedenza
- Post
- 12 Dicembre 2024
Sara Curcio Raiti conduce insieme a Oriana Mazzola il programma /BAND – Il lunedì e il mercoledì dalle 18 alle 19 su www.radiozammu.it e su fm 101 a Catania