Pallone? No grazie!

Di fronte al processo di emancipazione femminile che coinvolge anche il settore dello sport, i maschi non vogliono essere da meno. Se infatti nessuno si stupisce più vedendo una ragazza con scarpette e calzettoni correre dietro a un pallone, occorrerà un po’ più di tempo per abituarsi all’idea di un ragazzo in calzamaglia. Ma la strada è ormai segnata. Palestre e scuole di danza negli ultimi anni hanno avuto un notevole incremento di iscrizioni di ragazzi che, non curanti del giudizio dei coetanei, anziché sudare in un campo da basket, preferiscono impegnare il tempo libero perfezionando i pliés alla sbarra su un’aria di Chopin.
Certo è proprio un paradosso. Noi italiani, antico popolo di gladiatori che da sempre ci vantiamo di incarnare lo stereotipo del “macho latino”, stiamo crescendo una nuova generazione di étoiles. Più che una vera e propria passione sembra trattarsi di un fenomeno di costume. Dal lunedì al sabato le reti televisive sono invase da programmi che sponsorizzano la danza e trasmettono l’idea di un mondo dove solo lo spettacolo, l’esibizione e l’aspetto esteriore rappresentano una carta vincente per il futuro, utilizzando come testimonial ballerini dai corpi statuari. Kledi Kadiu, Ilir Shaqiri, sono questi i nuovi idoli delle adolescenti tra i 12 e i 16 anni che hanno sostituito il mito del calciatore bello ma sicuramente meno aggraziato degli appena citati ballerini albanesi.
M.A. studente della facoltà di lingue che pratica danza da due anni dice: “ormai l’opinione pubblica non è più troppo severa nei confronti di chi come me sceglie questa alternativa agli sport tradizionali anche se purtroppo permangono ancora casi isolati che tendono a etichettarmi negativamente facendo ricorso a pregiudizi e luoghi comuni”.
Insomma sembra proprio che da qui a qualche anno la danza, fino a poco tempo fa prerogativa femminile, sarà a tutti gli effetti una disciplina “asessuata” e che la separazione tra sport maschili e femminili scomparirà.

Claudia Catanese

Redazione Step1

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